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Sci, combinata d’oro: Bertagnolli e Ravelli trionfano a Pechino

Il campione trentino e la guida camuna regalano all’Italia il primo successo
Bertagnolli con Ravelli durante la gara - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Bertagnolli con Ravelli durante la gara - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Dall’argento in superG all’oro in combinata il passo è stato breve per Giacomo Bertagnolli e Andrea Ravelli. Alle Paralimpiadi di Pechino il ventitreenne ipovedente fiemmese e la sua guida, il trentenne camuno di Darfo Boario, sono saliti sul gradino più alto del podio nella prova mista, quella che mescola le doti di velocità nella manche di superG con le abilità tecniche nel segmento di slalom. Lungo il pendio di Yanqing è maturato così il primo oro azzurro nella rassegna cinese e nel parterre è finalmente risuonato l’Inno di Mameli.

L'andamento della gara

A metà gara Bertagnolli e Ravelli erano terzi, ma tra i pali stretti hanno attaccato sin dalle prime porte, recuperando il distacco e affibbiando secondi, non decimi, ai rivali. Alla fine il vantaggio sugli austriaci Johannes Agner e Matteo Fleischmann è stato di 2’’18, mentre il bronzo è andato ai britannici Neil Simpson e Andrew Simpson. «Era una medaglia alla quale tenevo molto, perché era l’unica che non avevo vinto quattro anni fa ai Giochi di Pyeongchang», spiega un emozionato Bertagnolli, il quale alla vigilia dei Giochi era molto scettico sulle reali possibilità della coppia italiana di dare l’assalto alle medaglie.

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I commenti

«Non pensavo di farcela perché il livello è diventato molto alto ed in questo momento è difficile solo pensare al podio. Abbiamo disputato, però, due manche veramente belle, nelle quale siamo riusciti a esprimerci bene, anche se tecnicamente non è stata la mia gara migliore. Ci abbiamo messo l’anima ed abbiamo rischiato, ma se vuoi prendere l’oro devi farlo per forza». Ipovedente dalla nascita, a causa di un’atrofia del nervo ottico, il trentino scia sin da piccolo. Quattro anni fa in Corea del Sud era stato guidato dal suo compagno di scuola Fabrizio Casal alla conquista di quattro metalli, dal 2020 ha cambiato collega di avventure, scegliendo Ravelli, uno sciatore che in giovane età aveva anche calcato le piste della Coppa Europa. «È giusto che Giacomo si goda questo momento, perché riconfermarsi mette sempre grande pressione addosso», spiega Ravelli, per il quale le medaglie paralimpiche hanno un sapore speciale. «È un’emozione fortissima quella che provo in questo momento, più forte di quelle che provavo quando correvo da solo. Un oro che ovviamente dedichiamo alle persone che ci sono state vicine, ma che vogliamo dedicare soprattutto a noi stessi, perché ce lo siamo preso con tanti sforzi». Prossima fermata in gigante, poi lo slalom.

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