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Quella donna pilota che un secolo fa s'impose al Gp di Brescia

Tra le regine del volante, celebrate l'8 marzo, c'è la baronessa Maria Antonietta Avanzo. Suoi i primati rosa a Mille Miglia e Circuito del Garda
La baronessa Maria Antonietta d'Avanzo in uno scatto d'epoca - Foto Media Stellantis/Alfa Romeo
La baronessa Maria Antonietta d'Avanzo in uno scatto d'epoca - Foto Media Stellantis/Alfa Romeo
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Anno 1921. Un secolo fa esatto. Altri tempi. In cui l'impegno profuso dalle donne nelle ore terribili della Prima guerra mondiale avevano aperto nuovi spazi di emancipazione per il gentil sesso. Così non è ozioso ricordare un'eroina di quella stagione, nella ricorrenza dell'8 marzo, tra le primissime in Italia a rivendicare il pieno diritto di guidare un'automobile anche nelle polverose competizioni che resero grandi figure come Tazio Nuvolari o Enzo Ferrari.

Una donna pilota che il destino lega a doppio filo, sul piano delle imprese motoristiche, proprio a Brescia. Già, perché la Baronessa Maria Antonietta Bellan in Avanzo, classe 1889 e originaria di Rovigo, fu la prima donna al mondo a correre la Mille Miglia (oltre che la competizione siciliana Targa Florio), ma fu pure la prima a salire sul podio di una competizione di primo piano quale fu il Gran Premio di Brescia, che appunto nel 1921 la vide terza assoluta al traguardo della Fascia d'Oro di Montichiari su Alfa Romeo G1.

Da Minoia a Cagno, da Maserati a Lancia, da Ferrari a Nuvolari, tutti dovettero vedersela con la nobildonna (al contempo, oltre che pilota automobilistica, anche aviatrice e giornalista) che proprio oggi, non a caso è tra le donne pilota che Alfa Romeo celebra l'8 marzo, per rimarcare il contributo che hanno dato alla storia del marchio della casa di Arese. 

Alla suo terzo piazzamento nella brughiera di Montichiari, seguì la partecipazione al salodiano Circuito del Garda, sempre datato 1921, e quindi alla Mille Miglia: la Baronessa guidava in entrambe le occasioni una Ansaldo Tipo 4, la stessa allora affidata ad un giovanissimo Tazio Nuvolari.

La sua passione per i motori, che la vide competere fino al 1940, fu poi in parte ereditata dal nipote Roberto Rossellini, il celebre regista, figlio della sorella Elettra.

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