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Il presidente del Coni Malagò: «Grato a Brescia e ai suoi campioni»

Un viaggio tra passato, presente e futuro, dall’oro olimpico di Jacobs ai trionfi di Parigi 2024 fino al ricordo di Elena Fanchini
Giovanni Malagò e la bresciana Alice Bellandi - © www.giornaledibrescia.it
Giovanni Malagò e la bresciana Alice Bellandi - © www.giornaledibrescia.it
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Ottant’anni di storia, anche sportiva. Ottant’anni di emozioni, gioie infinite, ma anche dolori che hanno lasciato il segno negli appassionati. Tutti raccontati dal Giornale di Brescia, sul territorio come in varie parti del mondo. Ecco perché questo è un compleanno speciale, ecco perché per festeggiarlo abbiamo chiesto al presidente del Coni Giovanni Malagò di fare un viaggio con noi tra passato, presente e futuro.

Presidente Malagò, qual è il suo rapporto con Brescia città e la Brescia sportiva?

«Brescia è una realtà dall’innata vocazione sportiva, sono onorato di aver consolidato recentemente il legame con la città e con le istituzioni che la presiedono nel corso di una giornata dedicata alle celebrazioni delle straordinarie medaglie ottenute a Parigi. Ho reso omaggio alla Brixia e a Roncadelle, realtà che hanno conferito lustro al movimento, e ringraziato i tecnici, i dirigenti e i vari esponenti territoriali che, a ogni livello, hanno garantito il loro fondamentale apporto. Certi successi sono sicuramente figli di talento e di applicazione, ma riflettono anche la lungimiranza di chi sa coltivare certe prerogative, a partire dal tessuto associativo regionale».

La sua presenza in passato è stata legata anche ad un saluto al PalaLeonessa alla Germani, ma soprattutto al ricordo di Elena Fanchini con le sue visite in Valcamonica.

«Elena vive nei nostri cuori e nei ricordi di chiunque faccia parte del nostro mondo. Volevo essere vicino ai suoi cari, esprimere alla famiglia la vicinanza di tutto lo sport italiano a fronte della perdita inconsolabile di una grande atleta e di una donna fantastica, che continuerà a vivere attraverso l’esempio che ci ha lasciato come patrimonio intramontabile.

L’idea del saluto alla Germani Pallacanestro non fu estemporanea, venne programmata con il presidente del Comitato Regionale del Coni, Marco Riva, per omaggiare chi sul territorio dà impulso allo sport con capacità e passione. Riuscimmo a concretizzare il proposito alla vigilia dei quarti della Final Eight di Coppa Italia. Direi che fu un incontro particolarmente fortunato, visto ciò che accadde nei giorni successivi con la prima, storica vittoria del trofeo da parte della società bresciana (febbraio 2023, ndr)».

Brescia che sta provando anche a crescere a livello di impianti: è arrivata la pista Gabric di atletica, a breve verrà inaugurato il nuovo centro della ginnastica. Può una città di provincia diventare secondo lei un punto di riferimento a livello nazionale per lo sport?

«Non credo esistano limiti per chi crea le premesse per diventare una stella polare in termini di infrastrutture e di qualità a livello di servizi offerti. Direi che è stata intrapresa la strada giusta e i risultati sono la testimonianza più eloquente di questo percorso virtuoso, che va alimentato nel tempo e attraverso opportune scelte gestionali».

Il fatto di crescere a livello di impiantistica, quanto può essere utile a «creare» futuri campioni? Brescia, tra l’altro, negli ultimi anni ha dato i natali a parecchie medaglie a cinque cerchi.

«Per fare sport servono strutture qualificate che offrano garanzie in termini di modernità e sostenibilità, rispondendo alle esigenze della platea che ne fruisce. Si creano così le condizioni migliori per far scattare la scintilla, far nascere un progetto, creare i prodromi di un cammino condiviso che sappia attrarre potenziali talenti e riunirli intorno a un’idea vincente».

Restiamo sulle Olimpiadi, penso ad un atleta bresciano, Marcell Jacobs: è stata una delle sue più grandi emozioni il doppio oro a Tokyo? Lei che tra l’altro, se spostiamo l’obiettivo su Parigi, predisse l’oro di Alice Bellandi.

«Marcell ci ha regalato emozioni incredibili a Tokyo. Quei due ori sono entrati di diritto nel pantheon a cinque cerchi del nostro Paese. Il successo individuale nei 100 metri, arrivato pochi minuti dopo l’apoteosi di Tamberi nel salto in alto, è il finale perfetto di una trama che neanche la mente più fervida avrebbe potuto partorire. Per quanto riguarda Alice conoscevo le sue potenzialità, la voglia, l’ambizione, la forza che l’animavano. Ha costruito la vittoria in modo perfetto, senza mai cedere alle pressioni psicologiche, rimanendo concentrata sull’obiettivo. È stata una grande gioia, regalata da una vera campionessa che ha consapevolezza dei propri mezzi».

C’è un atleta bresciano a cui lei è particolarmente legato?

«Personalmente sono davvero grato all’intero territorio e a tutte le eccellenze che lo rappresentano. Sarei ingeneroso se indicassi una sola preferenza, preferisco semmai sottolineare l’importanza dell’esempio che ogni atleta di questa splendida realtà, dall’alto dei risultati ottenuti, sa mettere a disposizione del sistema. Dietro ai successi c’è una matrice inconfondibile, una cultura radicata, fatta di serietà, umiltà, applicazione e senso del dovere: sono valori che marcano la differenza, promuoverli - applaudendo le loro gesta - conferisce un valore aggiunto a tutto il movimento».

Le chiedo infine un saluto per il Giornale di Brescia che oggi, domenica 27 aprile, compie 80 anni e da sempre racconta lo sport di città e provincia. Nella speranza che anche in futuro l’informazione locale e non abbia sempre spazio nel cuore degli appassionati.

«Rivolgo un augurio sincero alla vostra testata per questo prestigioso traguardo, che sottintende professionalità e capacità di rinnovare un messaggio in grado di attraversare i decenni senza disperdere la forza e l’autenticità che lo caratterizza, autorevole voce che sa propagarsi oltre i confini locali, contribuendo al pluralismo informativo.

Sono grato al Giornale di Brescia per l’attenzione, la sensibilità e la competenza con cui segue lo sport da sempre, riconoscendogli una centralità che gratifica tutti gli attori del nostro mondo. Sono solo i primi 80 anni di una lunga storia di successo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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