Papà Giorgio: «I Lamberti in piscina? Mai un obbligo»
Doveva essere un dialogo tra padre e figlio, ma a causa dell’indisposizione di Michele, papà Giorgio Lamberti è stato l’unico ospite al «Magazine» di Teletutto e Radiobresciasette. Incalzato dalle domande di Maddalena Damini, Lamberti Senior ha raccontato passato e presente di una famiglia che ha messo il nuoto al centro del villaggio: «I nostri tre figli hanno iniziato a nuotare semplicemente perché ci sembrava doveroso che imparassero a stare a galla quando andavamo al mare. Mai li abbiamo obbligati a diventare nuotatori a tempo pieno».
Eppure, bracciata dopo bracciata, la classe è venuta fuori: «Talento e qualità devono essere supportati dall’entusiasmo. Loro lo hanno sempre avuto, ma né Tanya né io li abbiamo pressati». Ora Matteo e Michele brillano di luce propria: «Matteo, 23 anni a marzo, è di stanza a Livorno, dove si allena agli ordini di Stefano Morini insieme a Gabriele Detti. Michele, 22 anni compiuti da poco, si prepara tra Brescia e Travagliato e di recente a Kazan ha fatto un grande Europeo in vasca corta».
Proprio nel giorno del compleanno, Michele è salito tre volte sul podio: «Ero a Brescia, quindi l’ho sentito solo al termine delle gare. Abbiamo fatto una video call di famiglia, noi a casa e lui in albergo. Si è fatto un regalo speciale». Già convocato per i Mondiali in vasca corta di dicembre, Michele dovrà decidere ora se partecipare agli Assoluti: «Valuteremo con i tecnici federali».
Scalpita pure la più piccola... «Noemi, 17 anni, frequenta il quarto anno del liceo, ed è in quella fase in cui deve aumentare gli sforzi sia a scuola in vista della maturità, sia negli allenamenti. Lei fa la sua vita normale e non rinuncia ad uscire con le amiche». La regola all’interno del Gam Team è prima lo studio poi il nuoto: «Occorre saper programmare la giornata per conciliare l’impegno scolastico con quello sportivo. Rispetto ai miei tempi, oggi i professori sono più disponibili con gli studenti-atleti».
Chiusura sul Covid, vissuto da Lamberti in prima persona: «Sono stato ricoverato al Civile, esperienza che mi ha segnato e lasciato una sensazione di profonda gratitudine per il comparto sanitario. Spesso si trascura il lavoro immane che da mesi si fa in silenzio negli ospedali».
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