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Olimpiadi 2024, per Stefanie Horn la novità kayak cross è un punto di forza

Mario Nicoliello
La 33enne slalomista sarà la più anziana della spedizione bresciana a Parigi: «Il cross è una competizione emozionante, ma la gloria eterna si ottiene sulla specialità classica»
Stefanie Horn, 33 anni, è una canoista bresciana
Stefanie Horn, 33 anni, è una canoista bresciana
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Concentrazione massima e nessuno svago. Tornata dal raduno preolimpico di Parigi, Stefanie Horn sta trascorrendo la sua ultima settimana in Italia a Ivrea, dove vive da qualche anno.

La trentatreenne slalomista, la più anziana della pattuglia bresciana in terra francese, ha preferito non rilasciare dichiarazioni, non volendo rompere il silenzio che l’ha accompagnata lungo i mesi passati, nei quali è brillata più nel kayak cross che nel K1. La nuova specialità potrebbe quindi rappresentare il punto di forza di Horn, che a Tokyo fu quarta nel K1.

«Fino a due anni fa avevo paura della rampa e di farmi male. L’anno scorso ho vinto una tappa di Coppa del mondo e sono stata terza agli Europei. Il cross è una competizione emozionante, ma la gloria eterna si ottiene sulla specialità classica. Il bello dell’estremo è l’imprevedibilità e la necessità di sapersi adattare. Non puoi pianificare tutto nei dettagli, devi essere flessibile e saperti adattare», aveva dichiarato Horn a inizio stagione.

Diversamente rispetto a quanto avviene in Coppa del mondo o ai Mondiali, il cross si disputerà non in cinque ore, ma in quattro giorni, dal 2 al 5 agosto. Il primo giorno ci saranno soltanto le qualificazioni, il secondo andranno in scena il turno preliminare e i recuperi, il terzo le batterie degli ottavi di finale. Il 5 agosto infine, alle 15.30 i quarti, alle 16.15 le semifinali e alle 16.55 la finale. In ogni serie a eliminazione diretta gareggiano quattro atleti e proseguono il cammino i primi due al traguardo. La partenza è da una rampa rialzata, con tuffo in acqua.

«Personalmente – racconta invece De Gennaro – il cross non mi piace: è troppo diverso rispetto al K1 tradizionale, ma siccome era l’unico modo per farci fare due gare, ben venga. Cambia la prospettiva, perché si lotta non con il cronometro ma con gli avversari e poi anche la barca è in plastica e non in carbonio. Il programma è stato spalmato in più giorni, per farci apparire di più in tv e giustificare l’ingente investimento nella costruzione del canale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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