Marcell Jacobs chiude quarto nei 100 metri a Chorzow
Per la prima volta in carriera Marcell Jacobs sfodera cinque recite stagionali sui 100 metri al di sotto dei 10 secondi. Eppure esibendosi in 9”93 sul rettilineo polacco di Chorzow il desenzanese non riesce a salire sul podio nella tappa di Diamond League. Il gardesano completa infatti la fatica al quarto posto, con un crono comunque promettente in vista del vero banco di prova di questo scorcio di stagione, ossia il Golden Gala di venerdì a Roma.
La gara
Il campione olimpico di Tokyo sfrutta alla grande il vento alle spalle di 1,9 metri al secondo, sfrecciando in 9”93 e inchinandosi allo statunitense bronzo olimpico di Parigi, Fred Kerley, che si impone in 9”87, al keniano Ferdinand Omanyala, secondo a un centesimo dal vincitore, e al giamaicano Ackeem Blake, che pareggia il primato personale con 9”89 accomodandosi sul gradino più basso. Nulla da fare per l’altro azzurro Chituru Ali, attardato già dalla partenza per un risentimento muscolare e rialzatosi per tagliare il traguardo al passo in 10”69. Non si è presentato al via l’argento olimpico Kishane Thompson.
Per Jacobs è il quinto tempo sotto i 10 secondi di quest’anno dopo le due volate di Turku (9”99 e 9”92) e le due di Parigi, in semifinale e finale, rispettivamente 9”92 e 9”85, crono che gli aveva consegnato il quinto posto ai Giochi Olimpici.
Le parole di Jacobs
«Dopo le Olimpiadi la mentalità è scesa, ma volevo gareggiare anche se ero un po’ in modalità down, non certo al top. La sensazione è stata abbastanza buona durante l’intera gara», racconta il poliziotto, soddisfatto per essere rimasto attaccato ai più forti. «Ho chiuso di nuovo a sei centesimi dal primo, come a Parigi. Siamo lì, non a due decimi di distanza».
Si può considerare quindi il bicchiere mezzo pieno e rilanciare verso l’impegno romano tra quattro giorni: «Ora abbiamo pochi momenti per lavorare in vista del Golden Gala, ma mi impegnerò per presentarmi al massimo. Voglio correre ancora più forte».
Tamberi
Se Jacobs con 9”93 è quarto, a Gianmarco Tamberi basta saltare 2.31 per vincere, a testimonianza di quanto attualmente nei 100 metri ci sia molta più concorrenza che nel salto in alto. Il successo del marchigiano è comunque significativo perché cancella quanto di brutto capitato in occasione della prova olimpica.
La riunione polacca verrà ricordata per i record del mondo migliorati da Ingebrigsten e Duplantis. Nei 3000 metri sembrava imbattibile il 7’20”67 corso da Daniel Komen 28 anni fa al meeting di Rieti. E invece il vichingo lo ha frantumato di ben tre secondi spostando la linea di confine a 7’17”55. Impressionanti l’ultimo mille in 2’22”34 e il giro conclusivo in 55”47.
Nell’asta il 6.25 della finale olimpica di Parigi ha avuto vita breve, perché lo svedese lo ha ritoccato di un altro centimetro, portando il primato a 6.26: decimo record mondiale in cinque anni per Duplantis. Per la prima volta in tre sopra i 6 metri nella stessa gara: secondo lo statunitense Kendricks e terzo il greco Karalis, a 6.00.
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