Marcell Jacobs punta al massimo: «Posso vincere pure da campione»
Rana Raider non fa sconti. Alle 11 del mattino i suoi atleti sono tutti radunati nel campo di riscaldamento vicino al villaggio olimpico, così la visita di Marcell Jacobs a Casa Italia slitta alle cinque della sera, perché tra i due impegni lo sprinter desenzanese deve anche presenziare alla conferenza di presentazione allestita dal proprio sponsor tecnico.
All’ora in cui i toreri entravano nell’arena, il campione olimpico varca la soglia d’ingresso di Le Pre Catelan, trascinandosi dietro una folla mai vista finora nel quartier generale azzurro ai Giochi olimpici di Parigi 2024. Sereno, rilassato e pronto a difendere l’oro conquistato di Tokyo. Jacobs risponde a tutte le domande, argomentando con dovizia di particolari, senza censure.
Marcell Jacobs, benvenuto in Francia. Come sono trascorsi questi primi due giorni parigini?
«Sto avvertendo vibrazioni positive, cercando di godermi al massimo il villaggio, i colori e la gente che incontro. A Tokyo non c’era nessuno in giro, qui respiro davvero la vera aria olimpica per la prima volta in carriera. Sono sceso anche in campo e ho annusato i miei avversari».
Dove si sta allenando in questo momento?
«Sulla pista del complesso sportivo Ile des Vannes, a un paio di chilometri dal villaggio olimpico. Ho fatto due allunghi sui 90 metri e abbiamo lavorato in particolare sulla parte che va dai 15 ai 20 metri nella quale c’è una fase di stallo che stiamo cercando di eliminare. Coach Rana Reider era molto contento di quello che ha visto. E io sono sereno, le sensazioni sono ottime, ho voglia di scendere in pista e divertirmi».
Come si sente e quali obiettivi si pone?
«Sto bene e sono felice di non aver avuto problemi fisici. All’inizio della stagione mi ero prefissato di raggiungere tre traguardi: stare bene in salute, vincere l’Europeo, conquistare l’oro olimpico. Finora posso dire che sono arrivato a due su tre e come recita il famoso proverbio…»
Si sente ancora il favorito della gara di domenica?
«Come ho vinto una volta posso vincere due. L’ho fatto da outsider, posso farlo da campione. La pressione c’è, è pesante, però ho lavorato per trasformarla in un vantaggio, cioè in energia positiva. Ad essere sincero non vedo Noah Lyles in pole position, mi spaventa di più il giamaicano Kishane Thompson. Ma Noah ha la mentalità da campione, vuole vincere, non solo partecipare. Arriva qui con un grande carico di energia, visto l’oro mondiale dei 100, dei 200 e della staffetta, però questo non vuol dire che sia imbattibile».
Al ritorno a casa tra dieci giorni sarebbe soddisfatto se…
«Se nel mio bagaglio ci fosse una medaglia».
Domani il servizio completo sul Giornale di Brescia
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