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Lotta greco-romana, titolo storico per il bresciano Pucher

Marco Mezzapelle
Il diciassettenne interrompe il digiuno di vittorie da parte di atleti di casa: l’ultimo fu Giuseppe Calzana nel 1957. Un risultato che proietta il giovanissimo lottatore nell’Olimpo della lotta internazionale
Pucher, al primo anno di Under 20, già campione - © www.giornaledibrescia.it
Pucher, al primo anno di Under 20, già campione - © www.giornaledibrescia.it
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Un’attesa durata 68 lunghissimi anni, un trionfo che adesso sa di storia: Gabriele Pucher è campione italiano assoluto di lotta greco romana. Era dal 1957 che un atleta bresciano non saliva sul gradino più alto del podio tricolore: in quell’occasione fu Giuseppe Calzana a trionfare ai campionati nazionali a Palermo nella categoria 87kg (l’ultimo lombardo invece nel 1973 ma nella lotta libera).

Sabato scorso, nel quartier generale del PalaPellicone di Ostia, il diciassettenne Gabriele Pucher della Lotta Brescia e residente in città, ha trionfato in grande stile nella categoria dei 60 chilogrammi fregiandosi così del titolo tricolore.

Un percorso emozionante per il nuovo campione bresciano: sulla materassina dell’impianto romano Pucher è stato capace di infilare una serie di vittorie nette sconfiggendo prima il vicentino Kevin Picari e successivamente il rappresentante delle fiamme azzurre Tommaso Bosi festeggiando poi in finale contro il forte atleta roveretano Artur Pessoa.

Soddisfazione

Un risultato che proietta il giovanissimo lottatore (è al primo anno da under 20) nell’Olimpo della lotta internazionale dopo una lunga serie di successi nelle categorie giovanili anche se Pucher non vuole andare troppo in avanti con il pensiero, restando con i piedi per terra: «Sono ovviamente molto felice ed emozionato per questo risultato – commenta Pucher –, un successo che però voglio condividere con tutto il mio staff, il club e tutta la gente che mi è stata vicino in questo percorso e che mi ha permesso dio poter raggiungere questo obiettivo. Il merito va a tutte queste persone, da Jacopo e Simone Ferremi, Carlo Tonini fino a mio padre Federico, così come agli sforzi economici compiuti dalla mia famiglia per darmi la possibilità di potermi allenare anche all’estero».

Parole di grande maturità per chi, questo titolo, non lo vede certo come punto di arrivo: «Il fatto di aver vinto questa competizione, peraltro sotto età, deve essere per me un punto di partenza e non di arrivo, una motivazione per continuare a lavorare con grande dedizione e sacrificio come ho fatto finora consapevole che sarà sempre più dura».

Tornando all’impresa, il giovane Gabriele fatica a raccontare la sensazione di salire su quel gradino altissimo del podio: «È stato sicuramente bello, ma purtroppo avevo ancora troppa adrenalina addosso e sinceramente in quel momento non sono riuscito a realizzare quanto accaduto. Inizio a metabolizzare solo ora quanto sono riuscito a fare, ed è una splendida sensazione».

Un sogno che diventa realtà quindi, ma i sogni stessi non finiscono certo qui. Nel futuro di Pucher ci sono i cinque cerchi: «Onestamente oggi il mio pensiero è quello di continuare a lavorare per migliorarmi, credo sia impensabile al momento poter partecipare ai Giochi di Los Angeles nel 2028, anche perché avrò solo 21 anni. Magari chissà a Brisbane quattro anni dopo, ma è davvero presto per pensare a quello. Sarebbe un sogno, anzi un altro sogno…».

Con la consapevolezza di un adulto, a 17 anni, come recita una nota canzone di Alfa, «Gabriele… Chiudi gli occhi, ragazzo, e credi solo a quel che vedi dentro. Stringi i pugni, ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento». E allora sogna Gabriele, fresco campione d’Italia con la voglia ancora di stupire.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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