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L’Italia di Jacobs è una locomotiva: l’Imperatore fa il bis con la staffetta d’oro

Mario Nicoliello
Secondo titolo europeo a Roma per il desenzanese che in seconda frazione nella 4x100 propizia il dominio azzurro
I festeggiamenti per l'oro nella 4x100
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Quanto è bella la festa dentro l’Olimpico, un tripudio di bandiere bianco-rosso-verde e maglie azzurre. Il tramonto degli Europei è a tinte dorate per l’Italia, perché la 4x100 si accomoda per la prima volta sul trono continentale della staffetta veloce.

L’Imperatore dello sprint fa doppietta e si inchina solo dinanzi al Capo dello Stato. Marcell Jacobs trascina i compagni alla conquista di un tesoro sin qui mai trovato e a missione compiuta fa esplodere l’Olimpico con quattro semplici parole: «Grazie Italia, Grazie Roma». Per condurre l’equipaggio in porto il gardesano si esprime in 8”98 sul contro rettilineo, dimostrando brillantezza e scioltezza.

Sorpresa

Al Presidente della Repubblica l’atletica piace. Così dopo la visita istituzionale di martedì sera, il Capo dello Stato torna di nuovo, ma in forma privata, ad accomodarsi nella tribuna d’onore dell’Olimpico. Stavolta niente cerimoniale, solo applausi spontanei e un caloroso abbraccio conclusivo ai quattro più veloci d’Italia, diventati sul far delle 23 anche i quattro più rapidi del continente antico.

Matteo Melluzzo al lancio, Marcell Jacobs in seconda frazione, Lorenzo Patta in curva, Filippo Tortu sulla retta conclusiva si impongono in 37”82, battendo olandesi (38”46) e tedeschi (38”52). I tre quarti dell’equipaggio di Tokyo solcano anche le corsie blu capitoline, rivestendosi del medesimo colore scoperto nel Paese del sol levante, seppur esprimendosi 32 centesimi più lenti rispetto al 37”50 del Giappone. Rispetto all’argento iridato di Budapest 2023, quando al posto di Melluzzo c’era il camuno Roberto Rigali, la barca azzurra viaggia stavolta con due decimi di ritardo, ma poco importa, nella bolgia dell’Olimpico contava solo vincere.

Jacobs, imperatore agli europei

Rigali non ha corso la finale, ma a mezzanotte e mezza inoltrata ha comunque ricevuto la medaglia per il suo impegno in batteria martedì mattina. Il camuno è ormai parte integrante di un gruppo dove il livello medio si alza mese dopo mese: ripetendo il crono del primo turno (38”40) in finale gli azzurri avrebbero comunque vinto.

Decisivo

Eppure per mettere al sicuro il bottino si è dovuto inserire sulla scacchiera il pedone inamovibile, l’Imperatore della velocità europea, Marcell Jacobs da Desenzano. Il campione olimpico dei 100 metri stampa una seconda frazione mirabile, distendendosi meglio rispetto a quanto aveva fatto nella finale individuale, a dimostrazione che i problemi attuali risiedono soprattutto nella fase di uscita dai blocchi. Partendo lanciato Jacobs sprigiona immediatamente i cavalli e gli altri non possono far altro che guardargli le spalle.

L’Italia torna sul podio europeo della staffetta veloce a 14 anni dall’argento di Barcellona 2010 (Donati, Collio, Di Gregorio, Checcucci, 38”17 dietro ai francesi) e conquista per la prima volta lo scettro della 4x100. Jacobs riesce dove aveva fallito Pietro Mennea nel 1974. Cinquant’anni fa nello stesso stadio la Freccia del Sud vinse i 200, per poi rivestirsi d’argento sia nei 100 sia nella 4x100. Cinque decenni più tardi la Freccia del Garda incamera due ori e quando si avvolge nel tricolore fa impazzire bambini, adulti e anziani.

Gente di tutte le età che si è accorta dell’Europeo all’ultimo giorno. Meglio tardi che mai, si ricorderanno per sempre del Po-Popopo-Popopo intonato in una calda notte di giugno, dopo che quattro uomini vestiti d’azzurro erano sfrecciati più veloci di tutti. 

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