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L’imperatore Jacobs va oltre l’Europa: «Voglio la conferma alle Olimpiadi»

Una vera ovazione a Roma alla consegna dell’oro: «Qui contava la medaglia So di poter fare meglio»
Il sorriso di Marcell Jacobs - Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il sorriso di Marcell Jacobs - Ansa © www.giornaledibrescia.it
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L’oro ritrovato. Il sorriso ritrovato. L’affetto ritrovato. La consapevolezza, però, Marcell Jacobs non l’aveva mai persa e la conferma del titolo europeo dei 100 metri è «benzina speciale» per raggiungere il terzo obiettivo del 2024. Quello più grande: «Il primo era rimanere in salute, il secondo vincere l’Europeo, il terzo centrare l’oro alle Olimpiadi. Mi sento ancora il favorito, perché sono il campione olimpico. Se poi qualcuno sarà più bravo di me, lo accetterò», ha detto il desenzanese a tarda notte dopo il successo agli Europei.

Battagliero

Insomma, dalla Capitale la Freccia del Garda ha rilanciato il guanto di sfida agli avversari. Di solito tutte le strade portano a Roma. Stavolta da Roma parte la sua personalissima rincorsa per andare ai Giochi di Parigi e cercare una conferma ben più grande di quella colta alll’Olimpico in 10’’02.

Comunque non banale, anzi necessaria. Ne aveva bisogno, Marcell Jacobs, di una serata così. Aveva bisogno di ricevere l’ovazione di uno stadio tracotante di entusiasmo. Aveva bisogno di ricevere anche gli applausi sul palco incamerati ieri a tardissima ora nella «Medal plaza» del Foro Italico al momento di ricevere la medaglia d’oro, la seconda continentale consecutiva sui 100 metri. Aveva bisogno di tornare sul gradino più alto in un grande appuntamento. Aveva bisogno di cantare nuovamente l’Inno di Mameli insieme a tutta quella gente avvolta nelle bandiere tricolori, di ricevere l’affetto di tanti tifosi con i quali ha scattato selfie e firmato centinaia di autografi. Aveva bisogno di emozionarsi, senza perdere di vista l’obiettivo principale.

Pur continuando a raggiungere traguardi preclusi ai più, visto che a Roma è diventato il primo italiano a fare doppietta nei 100 metri agli Europei, cosa che non riuscì nemmeno a Pietro Mennea (fu argento a Roma nel ’74 e oro a Praga nel ’78): «Arrivavo qui da campione e dovevo vincere davanti al mio pubblico, nella città in cui ho costruito i miei successi - ha spiegato Jacobs -. So di avere un tempo inferiore nelle gambe, ma l’importante era questa medaglia, quindi sono felice. Ora bisogna continuare a lavorare».

Autoanalisi

Lo sta facendo, Marcell Jacobs. «Onestamente mi aspettavo di correre tra 9’’95 e 9’’92, non lo nascondo e quel decimo che mi è mancato è nella mia testa oltre che nei dettagli - ha ammesso -, ma questo è un processo lungo, da rispettare. Sono ancora molto carico di lavoro, perché ho sempre detto che l’Europeo è importante, ma l’Olimpiade un po’ di più. L’obiettivo è arrivare al massimo della forma tra due mesi, quando conta. Non è scattato qualcosa di diverso in me, ho solo pensato a non farmi distrarre dalle problematiche emerse in certe gare, per assimilare questo nuovo modo di correre, questa partenza che poi decide tutto».

Come tutto ha cambiato il gardesano, proprio per rimanere il padrone dell’impero della velocità. Non solo in Europa. «Non è stato facile cambiare vita e uscire dalla comfort zone. Ma sapevo di avere bisogno di un passo così importante».

La doppietta azzurra nei 100 metri agli Europei: sul podio Jacobs e Ali - Ansa © www.giornaledibrescia.it
La doppietta azzurra nei 100 metri agli Europei: sul podio Jacobs e Ali - Ansa © www.giornaledibrescia.it

E importante, anzi determinante, è stato il contributo dato da Jacobs all’atletica italiana, portata in un’altra dimensione dopo i trionfi alle Olimpiadi di Tokyo: «In questi giorni, stando tutti insieme, vedo negli occhi di questi ragazzi che non stanno scendendo in pista per partecipare, ma per vincere. Non sono qui per caso, ma perché se lo meritano. E mi danno l’energia per fare il massimo». E tornare in vetta all’Olimpo: «Gli avversari? Il primo sono io. Mi sento ancora favorito per i Giochi. L’obiettivo è arrivare lì al massimo della forma e confermarsi anche a Parigi».

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