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La Nevada con il nuovo bicilindrico di 750 cc

Modello di ingresso della Casa lariana, è apprezzata soprattutto dai motociclisti neofiti per la facilità di guida
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La Piaggio in questi anni sta rinnovando con molto vigore anche la Moto Guzzi, che dal 2004 fa parte del Gruppo di Pontedera: in queste ultime settimane, continuando questo positivo trend di innovazione, la Guzzi ha presentato grosse novità nel settore delle 750 dotate del classico motore a 'V' a due cilindri che ha alle spalle una quasi quarantennale storia di modelli prodotti dal marchio di Mandello Lario.

Le Moto Guzzi della serie Classic (Speciale, Stone, Racer) sono stati i primi tre modelli che hanno adottato il nuovo bicilindrico di 750 cc, ammodernato in più parti nel suo cuore pulsante e ridisegnato esteticamente con un effetto decisamente positivo. Dopo la terna retrò di grande presa, adesso è la volta della Nevada (declinata in due versioni) che è già in vendita con la nuova edizione del propulsore che rimane di 750 centimetri cubi di cilindrata ma con un innegabile vantaggio non solo estetico ma fun-zionale e prestazionale.

La Nevada 750 è da anni il modello di entrata nel mondo Moto Guzzi: la classica cilindrata di 750 cc (quella, per intenderci, della prima storica V7 Special degli anni Settanta) permette di avere ottime prestazioni - anche in coppia e con bagagli - e al tempo stesso consente di godere della pastosità di marcia e della dolcezza ai bassi regimi, come si richiede a un classico due cilindri con schema a 'V'; il peso ridotto (l'ago della bilancia sfiora i 190 chilogrammi) e le forme essenziali della Nevada facilitano poi un approccio facile, adatto anche al neofita e al pubblico femminile. Definire la Nevada una custom, per via del manubrio alto e della sella a due piani, ci sembra eccessivo, ma non è neppure corretto definire questo modello della Guzzi una classica naked: la Nevada è un mix di queste tendenze (o meglio di questi settori specifici delle due ruote), lasciando del resto ad altre icone del marchio lariano (Bellagio 940, Griso 1200) la specializzazione più estrema.

Il due cilindri a 'V' della sette e mezzo progettata a Mandello Lario è dunque rinato in questo nuovo corso di V7: il cambiamento è stato completo e tanti sono i meccanismi interni variati rispetto al passato; il cambio (sempre a cinque marce) e la trasmissione finale a cardano hanno subito miglioramenti atti a una maggior scorrevolezza nei cambi di rapporto e a una migliorata silenziosità sotto sforzo. Dal punto di vista dell'alimentazione è stato adottato un unico lungo collettore che unisce il sistema di alimentazione (a iniezione elettronica) ai due condotti che portano il carburante alle teste; come sempre la distribuzione è ad aste e bilancieri che comandano due valvole anche se in questo ambito, noi crediamo, si poteva fare di più adottando magari un albero a cammes in testa, certo più silenzioso e bisognoso di minor manutenzione. Comunque nel riprogettare questo due cilindri a 'V' sono stati tenuti d'occhio sia i costi di manutenzione che quelli d'uso con un consumo (dichiarato) molto migliorato rispetto al passato.

Ottima la nuova forcella con il diametro degli steli maggiorati ma un po' in controtendenza la scelta di un singolo freno a disco su ogni ruota, senza possibilità dell'Abs neppure come optional: questa scelta non ci pare del tutto azzeccata proprio da una casa come la Moto Guzzi che già a metà degli anni Settanta seppe dotare le proprie grosse bicilindriche (V7 850, modello T3) della famosa frenata combinata, che equilibrava il potere frenante sulle due ruote.

La nuova Nevada 750 è proposta in due versioni: la Classic che costa 8.500 euro (su strada) mentre l' edizione Anniversario - con qualche variazione nella livrea - con un prezzo di listino di 100 euro in più; due quotazioni decisamente buone per un prodotto davvero piacevole e affidabile.

Luca Scarpat

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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