Altri sport

Jacobs: «Titolo europeo dedicato a chi non mi sostiene, ora voglio il Mondiale 2023»

L'atleta bresciano si racconta dopo la conquista dell'oro continentale in Germania
Loading video...
L'intervista a Marcell Jacobs
AA

Un’altra notte magica. Un’altra notte d’oro. Dodici mesi orsono la stella di Marcell Jacobs s’era palesata illuminando lo stadio Olimpico di Tokyo privo dei tifosi. Ieri, un anno dopo e con un percorso non esattamente semplice per via degli infortuni, l’astro desenzanese ha continuato a brillare agli Europei, in un Olympiastadion di Monaco di Baviera ribollente di entusiasmo con almeno 50.000 spettatori.

Jacobs, che effetto le fa essere sul trono d’Europa?

«È stata una stagione outdoor complicata e difficile, portare a casa una medaglia d’oro è qualcosa che mi dà tanta fiducia. Significa che quel poco lavoro fatto funziona».

Come ritiene la sua gara?

«Non sono soddisfattissimo, anche se ho corso sotto i 10 secondi, il che significa che non è andata così male. In semifinale mi sembra di aver corso meglio (in effetti aveva fatto registrare 10’’ rialzandosi vistosamente nel finale, ndr) e in finale invece ho sentito un po’ di tensione. Forse non sono partito così bene, forse avevo paura per il polpaccio visto che ho avvertito una contrattura nel turno precedente. Però sono arrivato davanti a tutti e questo è l’importante».

Stavolta rispetto a Tokyo l’inglese al suo fianco c’era: se n’è curato?

«No, ho imparato a concentrarmi solamente sulla mia corsia. Ho imparato a guardare solo a me stesso».

Un anno fa il trionfo di Tokyo senza pubblico, questa volta l’oro europeo in uno stadio olimpico gremito a Monaco di Baviera. Che effetto le ha fatto?

«Fantastico. Entrare e vedere lo stadio pieno è stato incredibile, soprattutto quando sono entrato e tutti hanno urlato quando hanno chiamato il mio nome».

Dopo la semifinale, primo approccio vero in seguito all’infortunio, era più tranquillo?

«Speravo di restare sotto i 9’’90, poi non so come era la pista, il vento, non ho guardato nulla. Però ho avuto una sensazione diversa di gara. Un po’ di tensione c’era, in fondo era la mia prima finale dopo i Mondiali indoor».

E adesso la stagione prosegue?

«Sì, correrò la staffetta nel fine settimana qui agli Europei. Poi penso di fare ancora qualche garetta (si parla del meeting di Rovereto di martedì 30 agosto, ndr) e dopo mi devo sposare, quindi devo concentrare qualche energia anche lì».

In un anno e mezzo, dagli Europei indoor di Torun 2021, ha conquistato quattro titoli individuali internazionali. Cosa significa?

«Sono contento. In questo momento mi manca solo una medaglia e fortunatamente l’anno prossimo abbiamo la possibilità di provarci (il riferimento è al Mondiale, che nel 2023 si correrà a Budapest). La cosa importante in questo momento è stare bene e poi concentrarsi su quell’appuntamento».

C’è stato un momento in cui ha pensato di rinunciare anche a questo Europeo dopo il forfait di Eugene?

«No perché dopo tutto quello che è successo ci mancava solo quello. Nel momento in cui ho capito che non potevo gareggiare ai Mondiali non ho mai pensato di non farcela per l’Europeo, tutte le energie sono state concentrate su questo appuntamento».

Loading video...
MARCELL JACOBS E' ANCORA ORO

Il momento più duro dell’ultimo mese?

«Ai Mondiali. Il giorno prima della gara sono arrivato in campo e non credevo di non sentire fastidio. Uscire dal riscaldamento con un adduttore stirato non è stato la cosa più bella. Ho corso comunque la batteria, nonostante sapessi che era difficile fare una seconda gara dopo. Ci ho provato lo stesso per capire se era davvero uno stiramento. Mi sono reso conto che il lavoro e stare bene sono le cose più importanti. Alla fine con poco siamo arrivati a questo».

Sentiva di avere una faccia meno tirata rispetto a Eugene?

«Sicuramente. Là sono andato sui blocchi senza sapere se sarei arrivato integro al traguardo, qui sapevo di stare bene. Mi sono rimesso in forma e volevo solo divertirmi».

Altro record: primo titolo continentale a Brescia nell’atletica…

«Questa medaglia era importante. L’obiettivo è vincerne tre, ne ho portate a casa due: sono soddisfatto».

La staffetta?

«Aspettiamo i compagni dei 200 metri e poi spacchiamo tutto».

La dedica per questo titolo di campione d’Europa?

«Non ci ho pensato. A chi mi sostiene e anche a quelli che non lo fanno. Perché mi danno la forza di dimostrare che si sbagliano».

Icona Newsletter

@Sport

Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato