Il sogno dell’An Brescia? Finale di Champions contro la Pro Recco
Il giorno dopo è sempre quello peggiore. La mente ripercorre tutti i momenti, soffermandosi su quelle cose che sarebbero dovute andare diversamente. L’An Brescia non aveva dimenticato come è difficile guardare la rivale di sempre, la Pro Recco, festeggiare per l’ennesimo trofeo conquistato a sue spese. La partita decisiva giocata a Punta Sant’Anna a Recco sabato sera riporta i cittadini sul secondo gradino del podio, mentre Recco si gode il suo 34esimo scudetto.
Dispiacere
«A caldo anche oggi (ieri ndr) c’è tanta amarezza, sommata alla delusione. Non potrebbe essere diversamente - dice Stefano Luongo -, ma non dobbiamo non analizzare anche le cose che sono andate bene. Siamo riusciti a far segnare, e per di più su rigore, solo una volta il Recco in tre tempi. Quindi la parte difensiva è stata di altissimo livello. Dall’altra parte però abbiamo peccato troppo nella fase realizzativa, l’uomo in più nella pallanuoto moderna è fondamentale».
Futuro
Si chiude quindi il campionato che va messo in archivio, ma si apre l’ultima fase della Champions League (che si terrà a Belgrado dal 2 al 4 giugno) e la finale potrebbe anche prevedere un altro scontro proprio fra An e Pro Recco, ma solo se entrambe riusciranno ad arrivare in finale: «La mentalità della nostra squadra ci impone di pensare partita dopo partita - dice Luongo -. Certo avere una finale tutta italiana, per di più da poter giocare contro Recco sarebbe ancora più stimolante, ma non dobbiamo guardare così lontano. Ora dobbiamo solo pensare a riposarci, ricaricare le energie e affrontare nel modo giusto l’Hannover che è un’ottima squadra».
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Il cammino all’interno della Final Eight in Serbia verso finale, si apre infatti per Brescia giovedì contro i tedeschi, mentre la semifinale - se l’An vincesse il quarto - potrebbe essere o contro il Marsiglia o contro i padroni di casa del Novi Beograd. Il percorso parallelo della Pro Recco invece prevede il Barceloneta ai quarti e una semifinale possibile o contro il Ferencvaros o lo Jug. Due percorsi difficili per entrambe le squadre italiane che arriveranno, per motivi diversi, determinate e cariche alla fase finale.
Carica
«Lo sport è così - spiega Luongo - e ci dà la possibilità di ritornare subito in acqua a giocarci una competizione importantissima. Per questo dimenticare la delusione della sconfitta contro Recco sarà meno difficile: non vediamo l’ora di giocare e vogliamo onorare il cammino che ci ha portato a disputare questa finale. Sappiamo che sarà difficilissimo arrivare fino in fondo, anche percheè le squadre sono tutte di altissimo livello, ma se faremo quello che dobbiamo potremo battere chiunque».
Variante
La differenza la potrà fare anche l’arbitraggio. Se in Italia, infatti, i fischietti non mostrano un metodo univoco di gestione delle partite, in Europa si preferiscono tecnica e tattica alla lotta. «Credo che partite come quella giocata sabato sera nella piscina di Punta Sant’Anna non siano un grande spot per il nostro sport – conclude Luongo - . Quattro tempi con poco gioco, ma tante botte influiscono soprattutto per una squadra come la nostra: siamo veloci, molto tecnici, se il metro di giudizio è troppo permissivo noi veniamo penalizzati». Tutto è pronto quindi, lo scudetto strappato dalla calottina bresciana da Recco dovrà essere solo un altro stimolo. La Champions è un altro capitolo e le cose succedono solo a chi ci crede fino alla fine.
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