Il passaggio del Giro nel Bresciano, una ventata di gioia per territorio e tifosi
I bambini del team Cleten giocano placidi e beati sulle rive limpide e verdeggianti del Chiese, saltellando fra un masso e l’altro idealmente sorvegliati dalla maestosa Rocca, la chiesa fortificata che domina Sabbio Chiese. Hanno provato l’emozione di calcare il palco del Giro prima che aprisse il villaggio al pubblico e aspettano giocando, l’arrivo dei campioni del Giro in una giornata che può decidere le sorti della corsa. Gli adulti sono quasi più emozionati dei piccoli e sono accorsi in massa da tutto il Bresciano per dare il benvenuto ai ciclisti. Favoriti certamente da una splendida mattina di sole, hanno abbracciato letteralmente la carovana rosa per un avvenimento a dir poco unico.
Ma se la partenza di una tappa del Giro da Sabbio resterà per sempre nel cuore dei valsabbini, l’affetto del pubblico bresciano, unito a quello dei molti turisti stranieri che affolano già ora, in prossimità della Pentecoste, le rive del Benaco, è proseguito a Salò in una Fossa da «stadio» coloratissima e molto animata da giovani e anziani plaudenti i ciclisti.
I primi chilometri
Che dopo il chilometro zero posto nei pressi dalla Valsir, a Salò si davano già battaglia con qualche ferito in sporadiche cadute. Ne fa le spese, proprio a due passi dall’ospedale di Salò, Lorenzo Fortunato che non rende affatto onore al suo cognome.
I girini non hanno tempo di godersi le bellezze di una sponda, quella occidentale del lago di Garda o di restare rapiti dall’adrenalinica pista sospesa di Limone, ultimo avamposto bresciano nell’itinerario verso le montagne trentine. Loro, i corridori superstiti di un Giro flagellato dalla malasorte (covid, cadute, malanni) e dal maltempo, si danno immediata battaglia per provare a centrare la fuga con metà del gruppo che pensa o spera che vada in porto e l’altra metà invece pronta a scommettere che sulle rampe mitiche del Bondone saranno i big a giocarsi la tappa e ogni tentativo di evasione avrà vita breve o il destino segnato. Eppure l’ultimo applauso bresciano, quello di Limone, è forse il più caloroso o il più lungo perchè tutti i tifosi sono disposti ordinatamente lungo la strada per almeno due chilometri.
La fuga
A quel punto gli «ardimentosi», come li avrebbe battezzati il Vate D’Annunzio che scelse queste terre a sua ultima dimora terrena e contribuì non poco a far aprire a suon di piccone una via spettacolare come l’attuale Gardesana occidentale, se ne sono già andati dal gruppo. Cercano gloria di giornata fra gli applausi scroscianti del pubblico bresciano che li vede transitare per una cinquantina di chilometri come una folata di vento.
Eccolo il Giro, nella sua essenza: ore di preparazione e di attesa per risolversi in una ventata di passione che lascia estasiati i bambini, concupiti da quelle maglie colorate e attilate come quelle dei personaggi e dei loro supereroi preferiti. Ma incanta pure gli adulti col fascino immutato e le leggende di uno sport plurisecolare che ha forgiato culturalmente un popolo e un territorio. La carovana lascia la nostra provincia, ma è solo un arrivederci.
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato