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Il legame speciale tra Brescia e Sandro Bovo, il coach dell'An

Una storia iniziata nel 2008, costellata di legami solidi, successi e sogni ancora da realizzare
Sandro Bovo, il ligure bresciano
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La storia bresciana di Sandro Bovo comincia nel 2008. L’attuale coach dell’An Brescia, società fa le migliori d’Italia e d’Europa di pallanuoto, quando arrivò a Brescia pensava di starci per pochi mesi: «Poi i risultati che abbuiamo ottenuto hanno trasformato quella breve permanenza in un matrimonio lunghissimo».

Una Coppa Italia, una Eurocup, un campionato vinto e tantissime finali sia in Italia sia in Europa: «Il bilancio di questi anni è molto positivo per me – dice il coach - . Ci hanno sempre paragonati alla Pro Recco e per noi questo è un vanto perché con possibilità economiche più limitate siamo sempre riusciti a competere al loro livello».

Sandro Bovo con la moglie Desi e le quattro figlie
Sandro Bovo con la moglie Desi e le quattro figlie

Anni di lavoro, anni di crescita e anni in cui Bovo ha costruito una famiglia. Quattro figlie con la moglie Desi: «Mi sento molto bresciano perché è qui che ho costruito la mia famiglia – racconta l’allenatore - . Le mie figlie sono nate qui, hanno studiato qui, per loro casa è qui. E io sono molto contento perché qua ho trovato la mia dimensione: è una città che funziona, c’è tutto, sono un uomo molto fortunato».

Da sinistra il presidente dell’An Brescia Andrea Malchiodi, al centro il tecnico Sandro Bovo e a destra Piero Borelli © www.giornaledibrescia.it
Da sinistra il presidente dell’An Brescia Andrea Malchiodi, al centro il tecnico Sandro Bovo e a destra Piero Borelli © www.giornaledibrescia.it

Bovo a Brescia ha costruito una famiglia, una carriera e anche una serie di amicizie importanti: «Per me è stato fondamentale Piero Borelli (il dirigente venuto a mancare per una lunga malattia nel 2019 ndr) – dice Bovo - . è grazie a lui se oggi a Brescia abbiamo la pallanuoto, era un grande dirigente e un grande amico».

Fondamentale nel percorso dell’An anche la famiglia Bonometti: «Senza di loro non avremmo raggiunto questi risultati – conferma Bovo - . Ha funzionato tutto: migliorare il settore giovanile ci ha fatto diventare una delle società più solide d’Italia e questo non è scontato. Molti giocatori vogliono venire a giocare qui perché sanno che è un luogo adatto per crescere e per diventare professionisti di altissimo livello».

Tanti obiettivi raggiunti in questi anni, quindi, ma qualche sogno ancora da realizzare: «Mi piacerebbe vincere una Champions League – confessa Bovo -: è un trofeo che mi manca anche come giocatore. E poi forse diventare cittì di una Nazionale, anche se non so se potrei resistere a lungo: mi piace troppo il lavoro quotidiano in piscina con la squadra».

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