Il doppio sogno di Ana Ciuchitu: la cittadinanza e le Olimpiadi
Nello sport, si sa, non bisogna mai arrendersi, anche quando tutto sembrerebbe andare per il verso sbagliato. Ana Ciuchitu aveva cullato, invano, il sogno olimpico di Tokyo 2020. In principio avrebbe desiderato andare alla caccia del pass per l’Italia nel taekwondo, ma le lungaggini burocratiche le avevano impedito di diventare azzurra in tempo, così aveva dovuto ripiegare con la squadra moldava, ma neanche difendendo i colori del Paese che le ha dato i natali era riuscita a conquistare il biglietto per il Giappone. A quel punto ha preso atto che occorreva dedicarsi ad altro nella vita.
Lungaggini
«Nonostante abbia fatto domanda a inizio 2021, dopo 10 anni di residenza in Italia, non sono ancora riuscita a ottenere la cittadinanza, perciò ho deciso di non dedicarmi più al taekwondo in via esclusiva. Da febbraio di quest’anno ho smesso di allenarmi a tempo pieno e ho cominciato a lavorare come database specialist per un’azienda a Sesto Calende».
Approfittando dello smart working, Ana è riuscita comunque a trascorrere a casa una settimana al mese e in quel periodo è tornata in azione con un’altra missione. «Grazie a Roberto Bonetti e Marco Esposito del Taekwondo Leonessa, la mia storica società, ho cominciato ad allenare i bambini in due palestre bresciane. Ciò mi ha dato modo di restare comunque in attività, pur non disputando gare fino alla settimana scorsa».
La svolta
Appena dieci giorni prima dello svolgimento dei Campionati italiani assoluti a Torino, Ana ha infatti scoperto che avrebbe potuto gareggiare: «Fino all’anno scorso non essendo italiana non ho mai disputato questa rassegna, dovendomi limitare solo ai Tricolori di categoria e a quelli delle specialità olimpiche. Stavolta invece hanno ampliato la partecipazione e così ho deciso di schierarmi al via». Nel week end scorso nel capoluogo piemontese, la ventitreenne Ciuchitu ha partecipato alla competizione nei pesi massimi, la classe +73 chilogrammi, e si è rivestita d’argento. «Non ho assolutamente fatto una preparazione particolare per l’appuntamento, eppure sono riuscita a salire sul podio. Segno che sono ancora in grado di dire la mia». A questo punto perchè non fare un pensierino alla qualificazione olimpica per Parigi 2024? «Non dipende da me. Quello che dovevo fare l’ho fatto, ma purtroppo non ho ancora ottenuto una risposta e non saprei se e quando riuscirò ad avere la cittadinanza italiana». Requisito indispensabile per poter sognare i Giochi olimpici. «Per ora i miei programmi non cambiano, continuerò a lavorare e ad allenare i più piccoli». Mai mollare.
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