Giro d'Italia: Salò-Aprica tappa più dura, garantisce Colbrelli
Si chiama tappa dello Sforzato (il vino tipico della Valtellina), ma gli «sforzi» i corridori del Giro dovranno farli sul serio nella sedicesima frazione, la Salò-Aprica di 202 km, per buona parte percorsi in territorio bresciano. Per lunghezza, salite da affrontare (Crocedomini e Mortirolo per la prima volta insieme) e collocazione temporale all’inizio della terza settimana rendono la sedicesima tappa in programma il prossimo 24 maggio la frazione più dura del Giro d’Italia 2022. Quella che deciderà probabilmente le sorti del Giro mentre il giorno seguente si partirà ancora dal Bresciano, da Ponte di legno, per una frazione di media montagna. Una tappa, la Salò-Aprica che è stata presentata ufficialmente ieri alla tenuta Gatta di Bianzone, meravigliosamente adagiata fra i vigneti valtellinesi con vista sull’Aprica.
L'intervento di Colbrelli
Ma durante la presentazione è intervenuto a sorpresa in collegamento video il bresciano Colbrelli che avrebbe desiderato tanto correre quella frazione. «È una tappa difficile da gestire per tutti i velocisti, è meglio non dare troppo spazio alla fuga - spiega Colbrelli, altrimenti quelli fuori classifica rischiamo di uscire fuori tempo massimo». La Salò-Aprica attraversa zone che Sonny conosce bene, legate ai suoi ricordi d’infanzia. «Mi emoziona quando il Giro arriva in queste zone perché è qui che ho scoperto il ciclismo - racconta Colbrelli -. Mi ricordo quando il Giro è passato da Goletto di Cadino (Crocedomini, ndr), la prima salita della tappa, avevo 8 anni e mi aveva portato mio nonno, ero emozionatissimo, era il primo anno che correvo in bici. Salò è a pochi chilometri da casa mia, mi dispiace non potere essere della partita, ma assicuro che sarò comunque presente al via, non in sella ma sicuramente a mangiare e a bere per festeggiare con i miei compaesani». Sulle sue condizioni di salute: «In questi giorni sto facendo il papà a tempo pieno e devo dire che è anche più difficile che correre in bicicletta - racconta - Il recupero prosegue e oramai non mi perdo nessuna corsa al televisione. Un po’ mi viene da invidiare i miei compagni perché corrono mentre io sono a casa, ma poi mi viene da pensare a tutto quello che c'è fuori lo sport, c'è la mia famiglia, un mondo intero, e mi rendo conto che la vita è una sola e non si può sprecare. Ora faccio da tifoso in attesa di ripartire, la mia squadra sta facendo qualcosa di pazzesco supportandomi in ogni passo». È la notizia migliore, ovvero la voglia di ripartire, in sicurezza, per il campione bresciano.
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