Giro d'Italia: il Bresciano si tinge di rosa tra il Garda, Crocedomini e il Mortirolo
È il giorno. Il primo dei due che trasformano il Bresciano nell'arena del ciclismo che conta. Arriva il Giro d'Italia. Arriva per arrampicare salite leggendarie, per fare male alle ginocchia dei velocisti e gonfiare l'orgoglio degli scalatori puri. Per fare selezione, in un'edizione della corsa rosa che di emozioni ne sta regalando in abbondanza. E i bresciani, c'è da scommetterlo, saranno a migliaia ad accogliere i Carapaz in maglia rosa, i Nibali in stato di grazia, i Van der Poel imperscrutabili e i Landa agguerriti. E i beniamini locali, Tagliani e Tonelli, certo attesi da tanti amici, anche se la tappa non è di quelle troppo nelle loro corde.
La tappa
Pronti via. Partenza alle 11 da Salò, capitale delle due ruote vista lago, quindi l'avvio dei cronometri a Carpeneda di Vobarno, dove è fissato il chilometro zero, e poi la carovana rosa che sfila per mezza Valsabbia. Occhi puntati alla conca smeraldo del lago d'Idro giusto in tempo prima che da Anfo la strada si faccia all'insù. Rotta verso il Gaver attraverso la Val Dorizzo, su fino al Goletto di Cadino e al Crocedomini (passaggio previsto attorno alle 13, minuto più, minuto meno). Trenta chilometri pedalati contro la forza di gravità - si sfiorano i 2.000 metri di quota - e il ticchettio delle lancette per la prima salita di giornata.
Poi giù a rotta di collo da Astrio di Breno per attraversare mezza Valcamonica e andare a sfidare un altro mostro di pietra: Sua Maestà il Mortirolo, versante di Monno. La prova più aspra di giornata, che si prende una discreta fetta di quei 5.440 metri di dislivello positivo totali, lungo i 202 km di tracciato. Su per oltre 950 metri, con una strada che si fa stretta e tortuosa e lascia poco spazio per le grandi manovre dei team. Quindi la picchiata, con una discesa tecnica che sarà sfida ulteriore, prima che in vista dell'Aprica, Santa Cristina renda ancora più dura la giornata dei corridori.
La viabilità
Per i tifosi una gioia ritrovata, con la possibilità di tornare ad assieparsi lungo le strade di casa e di sgolarsi al passaggio degli eroi in sella, magari con qualche precauzione visto che l'andamento della pandemia è ancora incerto e facendo sempre attenzione a non mettere a repentaglio la sicurezza dei ciclisti. Per chi conta di consumare gessi in quantità per dedicare sull'asfalto messaggi accorati al corridore più amato ma anche e soprattutto per chi dovrà fare i conti con le incombenze di tutti i giorni, meglio tenere conto anche della viabilità mutata dal passaggio della corsa rosa: qui ci sono tutti i dettagli e l'ordinanza emessa dalla Prefettura.
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Meteo clemente (forse)
Alla fine non dovrebbe piovere. Almeno non fino al tardo pomeriggio. Anche se mai come per questa tappa le previsioni si fanno difficili per le incertezze prospettate dai modelli matematici. Parola di chi, come Riccardo Paroni di Meteopassione.com vive a pane e meteorologia. Certo, se confidate di salire in quota, emuli dei corridori, in sella alla bici, meglio far spazio ad una mantellina antipioggia (oltre che antivento). Il termometro invece sarà comunque propenso a registrare valori superiori alla media del periodo. Ben inteso, in quota i 10°C non saranno improbabili anche nei momenti più caldi della giornata. Per il resto, non resta che attendere lo spettacolo del Giro. E che, all'Aprica, vinca il migliore.
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