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Giro d'Italia, Filippo Tagliani sul podio dell'Arena di Verona

Il ciclista bresciano premiato come leader finale nella classifica dei traguardi volanti
Giro d'Italia 2022, Filippo Tagliani (al centro) durante il passaggio a Bagolino - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Giro d'Italia 2022, Filippo Tagliani (al centro) durante il passaggio a Bagolino - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Gli occhi gli brillano ancora per l’emozione, facendogli per un momento dimenticare la stanchezza, molta stanchezza. Filippo Tagliani, al termine del suo secondo Giro da professionista ha avuto l’onore di salire ieri sul podio dell’Arena di Verona, premiato come leader finale della classifica dei traguardi volanti, accolto dal boato del pubblico. «È stato un momento incredibile, sentire il boato del pubblico mi ha ripagato dei tanti sacrifici e della fatica fatta in questo Giro. Ho stretto i denti nelle ultime tappe perchè sono arrivato a Verona finito, con le energie al lumicino. È stato un Giro davvero durissimo però come team abbiamo almeno avuto la soddisfazione di cogliere il premio con me per i traguardi volanti e con Bais per i maggiori chilometri in fuga».

Il resto della squadra però non è andato secondo il programma

«Hanno deluso forse un poco gli scalatori convocati, abbiamo perso Natalino (Tesfatsion ndr.) per il mal di pancia a Salò e Cepeda, ma devo dire che il livello di concorrenza era davvero molto molto alto. E il divario fra un team World Tour e una squadra come la nostra si è fatto abissale».

Qual è la maggior differenza?

«Senza dubbio la programmazione. Un team World Tour con tutti i suoi corridori prepara la corsa nei minimi particolari, dall’alimentazione alla preparazione specifica, ormai il ciclismo lascia poco spazio all’improvvisazione. Me ne sono accorto benissimo, all’interno del gruppo certe differenze si notano eccome. Io, come altri compagni di squadra, hanno saputo solo all’ultimo che saremmo andati al Giro e ciò nonostante penso di aver fatto il possibile. Anche andare in fuga, come ci è sempre stato richiesto, si è rivelato più complicato del previsto con medie molto elevate fin dalle prime pedalate. Tuttavia non posso lamentarmi, sono stato protagonista nella prima parte della corsa e poi non dimenticherò mai l’accoglienza di Salò e tutta la mia famiglia che è venuta a tifare per me a bordo strada. Quei cartelli che ineggiavano a me, mi hanno commosso».

Prossimi appuntamenti?

«Adesso voglio soprattuto recuperare, poi probabilmente correrò in Slovenia e ai campionati italiani». Scadenza di contratto? «Sì, ma al momento non ci penso fino a fine estate».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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