Giochi paralimpici: Ravelli-Bertagnolli chiudono con un altro oro
Le luci si spengono dentro il Nido d’Uccello, la bandiera con i tre agitos passa da Pechino a Milano-Cortina e la Cina saluta il mondo con i fuochi d’artificio. È stata una Paralimpiade condizionata a distanza dalla guerra, con russi e bielorussi esclusi e ucraini in gara seppur col pensiero altrove. L’Italia ha portato a casa sette medaglie (due in più rispetto a Pyeongchang 2018), di cui cinque portano sostanzialmente la firma bresciana. Il bronzo di Giuseppe Romele nella 10 chilometri di sci di fondo nella categoria sitting ha fatto pendant con i quattro metalli acciuffati dal camuno Andrea Ravelli nello sci alpino come guida di Giacomo Bertagnolli nella categoria ipovedenti.
Le medaglie
Dopo l’oro nella supercombinata e gli argenti nel superG e in gigante, nell’ultima giornata di gare il darfense e il trentino si sono imposti anche nello slalom. Stella. Bertagnolli si è dimostrato il miglior interprete dello sci paralimpico mondiale, Ravelli lo ha accompagnato da numero uno. Gli azzurri si sono rivestiti d’oro tra i pali snodati, battendo gli austriaci Johannes Aigner e Matteo Fleischmann e gli slovacchi Miroslav Haraus e Maros Hudik, al termine di due manche che non hanno avuto storia. Già in testa a metà gara, la coppia italiana ha gestito la seconda discesa, bloccando il cronometro a 1’26”82, 28 centesimi più veloci degli austriaci e ben 9”40 meglio degli slovacchi.
I commenti
«Avevamo molta pressione addosso dopo la prova di Aigner, ma è in questi momenti che bisogna stringere i denti», ha spiegato Bertagnolli, che in Cina ha eguagliato in termini quantitativi il suo raccolto di quattro anni fa, migliorandolo però sul piano qualitativo: «Non era facile, ma gara dopo gara, medaglia dopo medaglia, ho continuato a dare il massimo. Se non avessi avuto questo obiettivo non avrei preso tanti rischi per portare a casa l’oro in slalom. Dedico la medaglia alla mia guida Andrea, che è stato sempre al top e non ha mai sbagliato. Abbiamo fatto un ottimo lavoro e questo ci dà una ulteriore carica in vista di Milano-Cortina». Dal canto suo il camuno ha sempre creduto nel successo tra i pali stretti: «Avevamo sei decimi di vantaggio su Aigner, ma sapevamo anche che poteva succedere qualsiasi cosa. Nella seconda manche siamo scesi senza ragionare troppo e ce l’abbiamo fatta. Sono tre anni che lavoriamo insieme e da subito ci siamo trovati molto bene. C’è da continuare quanto già fatto e tenere alti asticella e obiettivi». Nello slalom, categoria Sitting, è arrivata anche la medaglia di bronzo di Renè De Silvestro, già argento in gigante e alfiere azzurro durante la cerimonia di chiusura. Nulla da fare invece per Giuseppe Romele e Christian Toninelli nella staffetta del fondo: decimi e lontani dalle medaglie.
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