GdB Padel Cup, dai neofiti agli esperti il sorriso è sempre presente
Dall’edizione della rinascita dopo il Covid a quella della competitività. Se la GdB Padel Cup 2021 rappresentò un pezzo della voglia di ripartire dei bresciani, nella parentesi estiva concessa dalla pandemia, quella di quest’anno ha registrato un grado di agonismo accentuato. Come a dire: «Si volta pagina. Si prova a guardare oltre, con ottimismo».
Un ottimismo rappresentato splendidamente da Jacopo e Michele, rispettivamente 13 e 15 anni. Sono loro, una delle coppie più giovani del torneo, a insegnare tanto a tutti. «È bello tornare a giocare e a stare insieme, ed è stato bello potersi confrontare anche con gli adulti. Solo il padel è in grado di permettere questo confronto generazionale - raccontano i due ragazzi, portacolori della scuola giovanile del Timing -. Abbiamo iniziato non bene, troppi errori, sicuramente dovuti all’emozione. Ma siamo contenti così».
Dai giovanissimi agli adulti, passando per i giovani. Le sfide mettono a duello tutti, e tutti hanno la possibilità di ben figurare. Seduti a riprendere fiato troviamo Giorgio e Stefano, due atleti usciti da poco dal rettangolo di gioco, ma pronti a rientrare in campo al più presto per riscattare la recente sconfitta. «Il padel è entrato da poco nella nostra vita - racconta la coppia di amici, da poco avvicinatisi alla disciplina sportiva -; questo torneo rappresenta una bellissima esperienza. L’accoglienza è stata molto bella, ci siamo sentiti coccolati. Tanti regali e piccoli gadget fanno sempre piacere. Questo tipo di torneo ti permette di affrontare avversari di ogni livello».
Sono entrambi da poco nel mondo del padel. Uno sport, questo, che però ha immediatamente affascinato i due amici. Per Stefano, al primo torneo in assoluto dopo solo un anno di padel, il bilancio è più che positivo.
A coordinare tutto e tutti i maestri del Timing, Lorenzo e Fabrizio, che non si sono risparmiati nel dare consigli e nel fornire suggerimenti a destra e manca, dal campo coperto a quello scoperto, dal neofita, all’habitué. «In tanti si sono preparati con grande attenzione - spiegano i due maestri -. Tra chi si è riscaldato sulle cyclette a bordo campo e chi ha fatto dello stretching. La dritta più frequente che ci siamo sentiti di dare a chi ci ha chiesto un consiglio dell’ultima ora è stata quella di sfruttare il più possibile i vetri che delimitano il campo, perché consentono di prendere tempo e, paradossalmente, facilitano il gioco. Abbiamo notato generalmente un innalzamento del livello medio dei giocatori».
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