Frapporti fa l'impresa: scala dieci volte il Baremone
Buio pesto. Fanali accesi. Mantelline ben serrate. E via a menare su per la salita, per usare un’espressione cara a chi pedala. Poi avanti sotto il sole che si è fatto via via tiepido col passare delle ore. E su ancora a pomeriggio fatto, quando la luce ha cominciato a far difetto un’altra volta. Senza sosta.
Marco Frapporti ha lanciato la sfida. E davvero in tanti l’hanno raccolta, per sostenerlo, almeno lungo parte di quei 10mila metri di dislivello che a sera il ciclista di Gavardo ha guadagnato un tornante dopo l’altro lungo l’erta salita del Baremone.
Passo splendido, come gli scorci che regala la salita, vecchia carrareccia militare del 1915-18 che s’inerpica da Anfo (400 m slm) su al valico omonimo a circa 1.400 metri, lambendo il forte di Cima Ora e strapiombi oltre i quali si spalanca una vista mozzafiato. A mozzare il fiato, dei più quantomeno, di solito è anche la pendenza: lungo gli 11 km di salita la media è del 9% abbondante, con picchi del 16%. Provare per credere.
L’obiettivo di «Baremo 10 K» (questo il nome dato all'impresa) era salire e scendere a ripetizione fino a totalizzare 10mila metri di dislivello positivo. Dieci volte in sequenza, metro più metro meno. Roba da rendere un Everesting una prospettiva confortante. Frapporti, fino all’ultima stagione in forze alla Vini Zabù e ora a caccia di un nuovo contratto, sul Baremone è di casa e la strada che porta al rifugio la conosce come le sue tasche. Da oggi di certo di più.
E così i tanti ciclisti bresciani che l’hanno sostenuto e confortato per l’intera giornata. Oltre al fratello Mattia, pure professionista, e altri big del pedale bresciano, come Damiano Cima e Jakub Mareczko, non ha mancato l’appuntamento neppure l’eroe di stagione, Sonny Colbrelli, che lasciato a casa il fango di Roubaix per scortare Frapporti su e giù, indossando come d’ordinanza il body della Bahrain Victorius in versione Campione Europeo.
Ha voluto esserci pure una star del jetset ciclistico come Alan Marangoni, aka il Maranga, volto arcinoto del canale tematico Gcn Italia oltre che storico gregario di un certo Peter Sagan (ma anche di Ivan Basso e Vincenzo Nibali).
Insomma, una vera e propria festa per scalatori a due ruote che si deve alla passionaccia - e alla tempra - di Marco Frapporti e di chi come Bike 3 Lands ha voluto garantirgli il supporto tecnico. A sera una cena collettiva (con posti andati esauriti in un amen) ha aggiunto festa alla festa.
E chissà che negli anni a venire non diventi un appuntamento fisso per i ciclisti della terra bresciana, magari, meteo permettendo, con un allungo finale al giogo del Maniva. Con la garanzia lungo la strada di altri angoli da ammirare concedendo terreno all’emozione.
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