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Erba, ultima frontiera Sinner è re pure ad Halle

Bolelli-Vavassori doppio da titolo nella storica domenica «verde». E Musetti merita applausi
Insieme all’amico e rivale Hurkacz, Jannik Sinner conclude una splendida settimana ad Halle, in Germania - © www.giornaledibrescia.it
Insieme all’amico e rivale Hurkacz, Jannik Sinner conclude una splendida settimana ad Halle, in Germania - © www.giornaledibrescia.it
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Se il movimento tennistico italiano fosse il protagonista di un videogame, ieri avrebbe sbloccato un nuovo livello. Il libro dell’età dell’oro della racchetta tricolore si è arricchito di un’altra pagina. A suo modo, almeno fino a qualche tempo fa, inimmaginabile. Nella stessa domenica - il 23 giugno sarà da ricordare - quattro tennisti italiani si sono giocati tre finali. E lo hanno fatto sull’erba.

Il numero 1 al mondo Jannik Sinner ha vinto la propria ad Halle, in Germania, in due set (7-6 7-6), contro il polacco Hubert Hurkacz. Lorenzo Musetti ha invece perso a Londra. Il vincitore dei Queen’s Club Championships è l’americano Tommy Paul (6-1 7-6). Ancora ad Halle, infine, Simone Bolelli e Andrea Vavassori si sono confermati coppia strepitosa nel doppio, e hanno alzato il trofeo superando 7-6 7-6 i tedeschi Kevin Krawietz e Tim Pütz.

Strepitosi Bolelli-Vavassori, campioni ad Hall - © www.giornaledibrescia.it
Strepitosi Bolelli-Vavassori, campioni ad Hall - © www.giornaledibrescia.it

Italia terra di santi, poeti e...terraioli? Non è più così da tempo. Almeno da quando il gioco mega-aggressivo di Berrettini ha permesso al tennista romano di piantare il tricolore sui prati di Stoccarda (doppietta) e del Queen’s (doppietta) tra il 2019 e il 2022.

Al netto di ciò, quella «verde» non era però mai stata la superficie preferita dai giocatori azzurri. E i risultati di ieri non fanno che confermare quanto il movimento sia in evoluzione e in proiezione verso scenari del tutto nuovi.

Incredibile

Sinner - al primo trofeo sull’erba della propria carriera - fa storia a sé. È un fenomeno, e ha saputo adattare bene il proprio gioco anche a un «fondo» molto particolare, sul quale il servizio ha un’importanza gigantesca, la pallina salta poco, un back tirato bene può pagare grandi dividendi, gli scambi sono brevi, si scivola, si gioca di volo molto più che altrove. Si potrebbe dire che l’altoatesino ha addomesticato l’erba, ma la sensazione è che sia stata l’erba a genuflettersi al cospetto di Jannik, che anche ieri ha servito bene e ha sofferto il giusto contro un avversario eccellente, in una gara senza break. Questo sport è questione di timing, e Sinner ha dimostrato di impattare benissimo (e fortissimo) anche a fronte di traiettorie meno prevedibili e più basse di quelle generate dal tradizionale veloce e dalla terra.

Nel corso dell’Atp 500 della città della Vestfalia, comunque, Jannik ha regalato pure un paio di giocate eccentriche. Parliamo dei dritti con capriola con i quali ha sorpreso Griekspoor e Marozsan.

La finale raggiunta da Musetti vale tanto

La vittoria sarebbe stata il giusto premio per un tennista che oggi tutti venereremmo, se non fosse che è coevo di un alieno come Sinner. Lorenzo è in uscita da un periodo complesso. In questo Queen’s ha giocato un gran tennis e ha fatto sapiente uso del back, colpo che chi - come lui - non ha il rovescio bimane «sente» in modo particolare. «È stata una delle settimane più belle della mia carriera», la chiosa del toscano, che sale alla posizione 25 del ranking Atp.

In finale: Lorenzo Musetti con il campione Tommy Paul - © www.giornaledibrescia.it
In finale: Lorenzo Musetti con il campione Tommy Paul - © www.giornaledibrescia.it

«Non vedo l’ora di giocare a Wimbledon - le parole di Sinner -, anche se non mi piace dire che sono il favorito, preferisco immaginarmi tra i favoriti». Nel sobborgo londinese si comincia il primo luglio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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