De Gennaro e Bellandi colorano d’oro il 2024 in venti secondi
Venti minuti per stampare a caratteri cubitali una pagina indimenticabile. Giovedì 1 agosto 2024 è diventato il giorno dei giorni per lo sport bresciano grazie al doppio oro olimpico di Giovanni De Gennaro e Alice Bellandi. Erano i favoriti della vigilia, non hanno fallito. Lui nel K1 slalom della canoa, lei nel torneo dei 78 chilogrammi del judo. Rapide e tatami domati col guizzo del fuoriclasse.
Il caonista
Il primo capitolo di gloria si scrive alle 18.12 sul canale artificiale di Vaires-sur-Marne, dove De Gennaro diventa il terzo slalomista azzurro a calpestare il gradino più alto del podio a cinque cerchi dopo Pier Paolo Ferrazzi a Barcellona 1992 e Daniele Molmenti (peraltro suo allenatore) a Londra 2012: tutti e tre ci sono riusciti proprio il primo agosto.
Per il trentaduenne di Roncadelle è il successo della maturità e della perseveranza, che cancella la delusione di Tokyo, quando fu tradito più dalla mente che dal corpo. In semifinale De Gennaro si era guadagnato l’accesso alla lotta per le medaglie con l’ottavo tempo, così da potersi esibire prima dei rivali nella discesa decisiva: 88 secondi e 22 centesimi sono state le cifre del suo trionfo, scandito da lacrime di gioia.
La judoka
Il secondo capitolo della storia indimenticabile prende forma alle 18.32 in una tensostruttura gonfiabile, installata nei giardini di Champs de Mars. A due passi dalla Torre Eiffel, Alice Bellandi batte in finale l’israeliana Inbar Lanir e scoppia in un pianto liberatorio, che anche qui profuma di riscatto.
La ventiseienne cresciuta in via Cremona aveva lasciato Tokyo disperata, capendo che ormai i 70 chili le stavano stretti. Si stava torturando tra problemi fisici e mentali e la chiave di volta è stata salire di categoria e approdare in un mondo nuovo. L’universo dei 78 chilogrammi è diventato il suo orticello, così la bresciana a sedici anni di distanza dal trionfo di Giulia Quintavalle a Pechino 2008 ha riportato una judoka azzurra sul gradino più alto del podio olimpico, rilanciando la Brescia del tatami ai piani alti quattro decenni dopo l’epopea di Ezio Gamba.
Il tutto sotto gli occhi della premier Giorgia Meloni, giunta all’arena pochi minuti prima dell’inizio della sua finale. Giovanni e Alice sul tetto del mondo, ambasciatori della terra bresciana, un luogo sulla bocca di tutti nel corso dei magici venti minuti.
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