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Come si vince la Mille Miglia: le regole per capire come funziona

Per arrivare primi non bisogna essere veloci, ma molto, molto precisi nel rispettare la tabella di marcia e la tempistica imposta dalle prove
La prova speciale al lago di Bolsena - Foto New Reporter Checchi/Favretto © www.giornaledibrescia.it
La prova speciale al lago di Bolsena - Foto New Reporter Checchi/Favretto © www.giornaledibrescia.it
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Dalla velocità pura la formula della Mille Miglia ora privilegia la massima costanza e la precisione. Correre non serve davvero a nulla, oggi. Per vincere la corsa più bella del mondo bisogna essere precisi, precisissimi, puntuali alla frazione minima di secondo nel rispettare la tabella di marcia e la tempistica imposta dalle prove che possono essere a tempo oppure di velocità di media.

La gara, infatti, non è una sfida velocistica (come era stato per quella disputata fino al 1957), ma un confronto di regolarità, deciso da punteggi che premiano chi rispetta con maggior precisione i tempi imposti dalla Direzione di gara. Una serie di appuntamenti con il cronometro dai quali poi scaturisce la classifica basata sulle penalità e temperata dai coefficienti che «premiano» gli equipaggi delle macchine più prestigiose, blasonate e da un lato più difficili da condurre sul percorso di oltre 1600 chilometri.

Il passaggio

Col trascorrere del tempo la sfida della Mille Miglia si è fatta sempre più serrata e il livello di precisione dei concorrenti è andato crescendo. Vince, dunque, chi è più «puntuale» nel rispettare i tempi teorici di passaggio imposti dalla tabella di marcia e che valgono per tutti gli oltre 400 equipaggi.

Il punteggio così ottenuto viene poi moltiplicato per un coefficiente assegnato a ogni auto in considerazione dell’epoca e delle sue caratteristiche tecniche, storiche e sportive. Dal risultato di quest’ultima elaborazione, nasce la classifica finale. È così possibile, come è accaduto negli ultimi anni, che la vittoria abbia premiato concorrenti alla guida di auto certamente meno potenti di altre. Ma, come abbiamo detto, per vincere non bisogna essere veloci, ma precisi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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