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Colbrelli, re della Roubaix: «Ora punto alla Milano-Sanremo»

Il ciclista di Casto a «Un giorno di pecora» dopo la vittoria rivela: «Da piccolo preso in giro perché grasso e con gli occhiali. Ma ora...»
Sonny Colbrelli solleva al cielo la sua bici dopo la vittoria nella Parigi-Roubaix - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Sonny Colbrelli solleva al cielo la sua bici dopo la vittoria nella Parigi-Roubaix - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Come si sta il giorno dopo essere entrati nella leggenda? «Mi fanno male le mani e le braccia. Ma non il lato B». Risponde così in un sorriso Sonny Colbrelli, il campionissimo di Casto che ieri ha conquistato la classicissima monumento Parigi-Roubaix, incalzato in diretta su Radio Rai 1 durante la puntata odierna di «Un giorno da pecora», la trasmissione condotta da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. 

Scemata la fatica e superata la commozione contagiosa - resteranno nella memoria le immagini del corridore solleva la bici al cielo e poi in lacrime si stende a terra con la maschera di fango rigata giusto dal pianto - il Sonny del ciclismo si confessa con ironia, svelando anche qualche retroscena. «Gli occhiali mi han salvato dal fango. Quelli con i guantini li pulisci. Me li sono tolti per qualche istante ma ho pensato che era meglio tenerli su...».

Scatto finale avvolti nel fango: ultimi metri della Parigi-Roubaix con Colbrelli in testa - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Scatto finale avvolti nel fango: ultimi metri della Parigi-Roubaix con Colbrelli in testa - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it

E per scongiurare il rischio di scivolate - tantissime le cadute in un giorno segnato dalla pioggia - il segreto di Colbrelli è stato semplice: «Vedevo dove metteva la ruota Van der Poel, quel terreno è pane per i suoi denti...», riducendo al minimo l'uso dei freni. Il resto è stato frutto di «freddezza nella gestione della gara», con una zampata finale degna dell'eroe di un tempo di Colbrelli, Tom Boonen.

Alla domanda sul peso perso in quelle 6 ore corse a perdifiato, Colbrelli fa due conti in fretta: «Be', bruciando 7.000 calorie, circa 1 kg o 2 li ho persi». Quanto basta per concedersi qualche strappo ai rigori della dieta imposta agli atleti: «Due birrette coi compagni, in Belgio ci sta...» (il traguardo della classicissima è in Francia ma a pochissimi chilometri dal confine con il Belgio, ndr). 

Un aspetto più intimo del suo passato, che rende l'infilata di successi di questo incredibile 2021 una rivincita a tutto tondo, è quello che ha poi rivelato incalzato da Lauro. «Ero il classico bambino che tutti prendevano in giro. Ero obeso, con gli occhiali. Mi dicevano "quattrocchi", o "secchio pieno d'acqua" (forse il bresciano "sicèr", ndr?) o ancora "botola"». E invece adesso, ha chiosato la Cucciari... «Adesso la botola ha fatto qualcosa di bello» si è limitato a replicare Colbrelli, lanciando tuttavia un messaggio destinato a scaldare il cuore a tutti i più piccoli - tra i quali c'è da scommettere anche suoi fan - che si trovano a combattere con il fenomeno del bullismo.

Sonny Colbrelli bacia la pietra del pavè francese, trofeo e simbolo della Parigi-Roubaix - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Sonny Colbrelli bacia la pietra del pavè francese, trofeo e simbolo della Parigi-Roubaix - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it

Sulle telefonate ricevute dopo la vittoria, Sonny (inevitabili le domande sul nome preso a prestito da Miami Vice) ha ricordato quelle di Cipollini e Petacchi, altri grandi campioni delle due ruote. Nessuna chiamata da Draghi, ha assicurato il valsabbino, che lo ha però inquadrato ciclisticamente parlando di lui come di «un passista veloce, uno come me».

Non sorprende perciò il prossimo obiettivo dichiarato: «Dopo la Roubaix, ora potrei puntare alla Milano-Sanremo», dove quest'anno è già arrivato ottavo. Altra sfida eroica. Ma almeno lì il fango non dovrebbe essere l'avversario in più con cui misurarsi.

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