Ciclismo, Colbrelli in cerca di (ri)conferme per la stagione 2022

L’ultima immagine della sua stagione agonistica 2021 era il volto ricoperto di terra e fango, stravolto ma sorridente, urlante addirittura, per aver compiuto l’impresa che l’ha consegnato nella storia del ciclismo: vincere l’unica edizione della Parigi Roubaix autunnale in un clima da vero inferno del Nord, un’edizione mitica per una stagione, il 2021, che l’ha proiettato nella top ten del ciclismo mondiale dopo i titoli italiano ed europeo, la vittoria al Benelux Tour e altri successi tanto per gradire.
Riconfermarsi nel 2022
Domani il bresciano Sonny Colbrelli è pronto a ripartire per la stagione 2022, in cui avrà il compito di confermare la sua crescita e maturazione come atleta ormai ultratrentenne smentendo gli scettici che pensano al 2021 come un’eccezione nella sua carriera. «Avrei dovuto iniziare l’anno al tour dell’Oman, quindici giorni fa, perché è una corsa che mi piace molto (vinse tre anni fa una tappa, ndr) e alla quale la squadra (Bahrain Victorius, ndr) tiene parecchio. Ma il mio stato di forma ancora non al top mi ha consigliato di aspettare e partire direttamente dal Belgio».
Dopo la Roubaix è stato travolto da una serie di premiazioni, riconoscimenti, feste: l’hanno distratta un po’ dalla preparazione?
«Un po’ sì, soprattutto non ho fatto vacanze - sottolinea il bresciano originario di Casto e residente a San Felice - se escludo quattro giorni con la famiglia in montagna. Non ho avuto molto tempo per staccare la spina e ricaricare le pile, perché poi ho iniziato nuovamente la preparazione e il ritiro alle Canarie. Finite le feste, mi sono rimesso a stecchetto e mi sono concentrato sulla nuova stagione».
Dalla quale molti si aspettano tanto da lei...
«È normale dopo quello che ho fatto lo scorso anno, io stesso voglio dimostrare che il Colbrelli del 2021 non è il frutto del caso o della fortuna, ma di un corridore che ha raggiunto una nuova dimensione, in grado di competere con i grandi».
Il debutto stagionale domani con la prima classica del nord, l’Omloop Het Niewsblad, una corsa che sembra un codice fiscale, in realtà è una classica del World Tour che si avvicina molto al Giro delle Fiandre.
«Si svolge sulle stesse strade, e sono posti dove mi piace correre. Anche lo scorso anno ho iniziato qua, spero mi porti fortuna».
La stagione di Colbrelli
La stagione di Colbrelli poi prosegue il giorno seguente con la Kurne Bruxelles mentre la squadra ha scelto di fargli correre la Parigi Nizza anziché la Tirreno Adriatico come avvicinamento alla Milano Sanremo, primo grande obiettivo stagionale. Intanto domani da Gand a Ninove nelle Fiandre per 204 chilometri, tredici muri da affrontare, alcuni dei quali in pavè come il mitico Kapelmuur altrimenti noto come muro di Grammont e altri molto noti agli appassionati come il Bosberg, ultima asperità da affrontare a 15 chilometri dal traguardo. Una corsa, quella belga che apre la campagna del Nord entrata da pochi anni nel World Tour mentre in precedenza era una classica molto sentita esclusivamente dai belgi, in particolare fiamminghi che per decenni hanno monopolizzato l’albo d’oro.
I precedenti
Poi con l’ingresso nel circuito mondiale l’albo si è arricchito anche di nomi non belgi. Quattro gli italiani che vi hanno trionfato in questo secolo: Michele Bartoli nel 2001, Pippo Pozzato nel 2007, Luca Paolini nel 2013 e lo scorso anno Davide Ballerini. Colbrelli domani al via sarà la testa di serie numero 2 mentre il ruolo di favorito spetta d’obbligo al belga Wout Van Aert.
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