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Atletica, il bresciano Andrea Federici sui 120 metri è meglio di Mennea

Mario Nicoliello
A Sanpolino lo sprinter migliora il record che apparteneva dal 1970 all’olimpionico: «Voglio la convocazione per staffette e rassegna di Tokyo»
Il bresciano Andrea Federici - © www.giornaledibrescia.it
Il bresciano Andrea Federici - © www.giornaledibrescia.it
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Uno sprinter bresciano in vetta alle liste nazionali all time dei 120 metri. Da domenica Andrea Federici è l’italiano più veloce di sempre sulla distanza spuria, molto poco frequentata e presente nei meeting («Corrisponde più o meno alla distanza che viene coperta in staffetta»), grazie al 12”35 (con vento alle spalle di 1,2 metri al secondo) stampato sul manto del Gabre Gabric in occasione dei Queenatletica Games. L’alfiere dell’Atletica Biotekna ha migliorato il primato di 12”7 manuale che apparteneva dal 1970 al mitico Pietro Mennea.

Il commento

«Per me era semplicemente un allenamento, non ho corso pensando al tempo. A maggior ragione considerando che nello stesso pomeriggio mi sono espresso anche sui 60 (6”81;ndr) e sui 250 metri (26”96; ndr). Adesso il primo obiettivo dell’anno è essere convocato per i Mondiali di staffetta, per poi aprire ufficialmente la stagione dei meeting a fine maggio, con il fine di rientrare tra i migliori 56 interpreti dei 200 metri che riusciranno a qualificarsi per i Mondiali di Tokyo».

La carriera

Casa al Violino, studi in via Branze, allenamenti a Sanpolino. Le giornate dell’ingegner Federici sono scandite da lezioni e ed esami («Ho già la laurea triennale e sono a un passo da quella magistrale in Ingegneria dell’automazione industriale; il prossimo appello sarà quello di Tecnologie e sistemi di controllo»), palestra e esercizi in pista agli ordini di mamma Marinella Signori: «Essere allenati da un genitore è fantastico, basta semplicemente scindere le due dimensioni, da un lato la sportiva, dall’altro quella familiare».

Federici ha compiuto a febbraio 28 anni, pertanto il 2025 potrebbe anche essere il suo ultimo anno di investimento serio sull’atletica («Finora proposte da corpi militari non ce ne sono state, ma fino a quando sarò studente continuerò comunque col doppio allenamento quotidiano»), sebbene anche quando comincerà a lavorare non smetterà di essere un velocista: «Continuerò ad allenarmi la sera e a divertirmi come sempre».

Eppure il desiderio è quello che insieme alla laurea magistrale i prossimi mesi possano essere quelli della svolta: «Se riuscirò a fare una buona stagione sui 200 e a rientrare nel giro della staffetta veloce le prospettive potrebbero di colpo mutare». Di certo dallo scorso anno – quando stampò al Sestriere il personale sui 200 in 20”35 – qualcosa è cambiato: «Sono maggiormente concentrato sui piccoli dettagli, che a volte possono fare la differenza».

Quinto agli Assoluti al coperto sui 60 metri, al momento Federici non è tra i titolari della 4x100: «La mia frazione preferita sarebbe la terza, posizione che finora è stata occupata principalmente da Desalu e Patta. Considerando per le frazioni in curva anche Rigali e Melluzzo, ad ora sarei il quinto della lista. Ma non mi abbatto e continuo a crederci. Di certo l’entrata in un corpo militare e il considerare l’atletica a livello professionistico potrebbe consentirmi di allungare la carriera. Vedremo quel che accadrà». Comunque vada il suo posticino in vetta a una graduatoria nazionale lo ha trovato. Sarà pure una distanza spuria, ma è comunque il più veloce d’Italia sui 120 metri.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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