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All'istituto Canossiano Cistana e Mangraviti «centrali» in classe

Terzo appuntamento con «BSFC at Schoool», il progetto dedicato alle scuole del Brescia Calcio
Mangraviti e Cistana all'Istituto Canossiano - © www.giornaledibrescia.it
Mangraviti e Cistana all'Istituto Canossiano - © www.giornaledibrescia.it
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Terzo appuntamento con «BSFC at Schoool»; il progetto dedicato alle scuole dal Brescia Calcio ha fatto tappa ieri all’Istituto Canossiano, dove Massimiliano Mangraviti e Andrea Cistana hanno soddisfatto le curiosità di tanti alunni.

Per «Cista» si è trattato di un tuffo nel passato: «Anch’io sono stato uno studente di questa scuola – ha rivelato dopo l’abbraccio con la professoressa Paola, sua insegnante di lettere -. Se andassi bene oppure no, però, non lo dovete chiedere a me, ma a lei (ride, ndr)».

Ad accomunare i due non è soltanto il ruolo, o la provenienza (sono entrambi bresciani), ma anche il percorso nei primi anni di giovanili, prima a livello locale e poi in biancazzurro: «Siamo partiti come attaccanti, ma con il passare degli anni ci hanno spostato sempre più indietro». Andrea lo evidenzia con divertito rammarico: «Mi piacevano tutti i ruoli, ad eccezione del portiere e del difensore centrale. E guardate cosa sono finito a fare…».

Molti i retroscena e gli aneddoti svelati dalle due rondinelle: «Il mio idolo era Del Piero, seguivo la Juve soltanto per lui», ha raccontato Mangraviti, che ha poi individuato in «Ilicic l’avversario più difficile da marcare: l’anno in cui eravamo in A era veramente forte, a fine partita mi girava la testa…». Cistana ha invece ribadito la propria ammirazione per Baggio: «Quand’ero ragazzino era lui il mio modello. Nel mio ruolo, invece, mi piace Sergio Ramos».

Non è un caso che il Real Madrid rappresenti il sogno proibito di Andrea, mentre le aspirazioni di Massimiliano intersecano anche il suolo italiano: «Se un giorno il Brescia non mi volesse più mi piacerebbe andare al Barcellona, oppure alla Juve, all’Inter o al Milan. Tonali l’ha fatto? Siamo felici per lui, vederlo anche in Nazionale è un orgoglio. Io devo pensare a far bene qui, occorre fare un percorso di un certo tipo». E pensare che quel percorso, pochi mesi fa, non ha preso quota verso la A per un soffio: «Ci credevamo – ha detto Mangraviti - non essere riusciti a centrarla è per noi un grande dispiacere».

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