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Alfredo Donnarumma: bomber formato famiglia

Il numero 9 inseparabile da moglie e due figli. Nella testa il pensiero del cugino scomparso
In coppia. Donnarumma con la moglie Luisa - Foto tratta da Instagram
In coppia. Donnarumma con la moglie Luisa - Foto tratta da Instagram
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Un super eroe te lo immagini sempre, da cliché, in tutina di lycra, maschera e mantello. Oppure in maglietta, pantaloncini, scarpini e braccia al cielo per esultare se il super eroe in questione gioca a calcio.

Ecco: se il vostro super eroe è diventato, o sta diventando, Alfredo Donnarumma, visualizzatelo tranquillamente in tuta da casa. Perché Alfredo è uno di noi: un very normal people, un bomber formato famiglia.

La famiglia, subito evocata dal triplettista della domenica dopo la performance senza ombre e che gli sta valendo la testa della classifica da capocannoniere. La famiglia, quella nella quale si rifugia senza indugio in ogni momento libero che ha a disposizione per recuperare il tempo che ritiri e trasferte gli tolgono.

A spasso in centro. E così, a Brescia, non è affatto raro incontrarlo la mattina in giro per il centro in compagnia della moglie Luisa: prima lasciano i bambini a scuola - Giuseppe di 5 anni alla materna e Noemi di 2 al nido - e poi due passi e una sbirciata alle vetrine «impegnati» nella ricerca dei posti di riferimento per la colazione, il caffè e lo shopping perché al bomber e signora, piace sentirsi ovunque sempre a casa. Ed è e sarà così anche a Brescia, una città che Donnarumma - o Donnarumba come lo ha già rinominato qualcuno - sta apprezzando moltissimo: gli piace che sia a misura d’uomo e che comunque offra tutto e tanto con ampie possibilità di scelta in tutti i settori.

Solo una cosa gli manca: l’adorato mare. Il nido. Quello delle sue zone, Torre Annunziata che comunque resta il centro del suo mondo. Ad Alfredo la vita al Nord piace, ma il richiamo delle sue radici è irresistibile: là ci sono mamma e papà - che spesso e volentieri comunque salgono a Brescia e che erano in tribuna anche col Palermo - una sorella e un fratello e là c’è il nido che ha costruito con Luisa.

Con lei, della stessa zona, si erano conosciuti da ragazzini e sono inseparabili. In coppia amano scoprire ristoranti e trattorie per conoscere le tradizioni locali e a Brescia sono «aiutati» dalla famiglia Torregrossa e dai Dall’Oglio con i quali si frequentano accomunati anche dal fatto di avere tutti dei figli piccoli. Con Dall’Oglio poi in comune c’è anche la condivisione di una passioncella per la musica neomelodica anche se Donnarumma ascolta di tutto, senza preclusioni: basta che la musica sia bella.

Prima delle partite. Ma la «colonna sonora» dei suoi prepartita è comunque ancora e sempre la famiglia. Prima delle gare, chiama a casa: prima la moglie, poi i genitori. Non ha riti particolari, ma una cosa certa è che ogni volta che entra nello spogliatoio di uno stadio, è che Alfredo non è mai solo: con lui infatti c’è sempre un altro Alfredo, suo cugino, che morì giovanissimo.

Donnarumma gli era molto legato e dal giorno della disgrazia, il bomber del Brescia si porta sempre dietro una maglietta appartenuta al cugino: è a lui che va sempre un pensiero dopo ogni gol. Che altro? Ah, che Donnarumma ama la play station: ci giocava a più non posso, ma con l’arrivo dei figli l’ha messa nel cassetto per imparare giochi più adatti a loro. E nello spogliatoio? La sua presenza è forte, ma non ingombrante. Non è un chiacchierone, non è invasivo: parla poco, ma parla quando serve e sa dosare molto bene le parole. Sa quali sono le corde da andare a toccare. In lui i compagni riconoscono, al di là evidentemente del fiuto del gol, la mentalità del vincente. Un vincente, un supereroe, ma con la tuta da casa.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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