Addio alla "Fioreria" vivaio di talenti
La priorità del Brescia è risanare il bilancio. Contenimento dei costi vuol dire tagli all'organico, agli stipendi e anche al settore giovanile. Così dopo dieci anni il sodalizio di via Bazoli dice addio a malincuore alla "Fioreria" di Montirone.
La foresteria che ha ospitato tra gli altri Savio, Rispoli, Viviano, Hamsik e Santacroce da gennaio non sarà più la casa dei ragazzi delle giovanili che vengono da fuori. Una scelta figlia dell'austerity che elimina uno dei simboli del lavoro di Gianluca Nani e della sua squadra.
Nata nel 2002 per volontà di Leonardo Mantovani (ispirato da un'idea di Arturo Masserdotti), la "Fioreria" ha visto passare oltre 200 giovani calciatori, portati a Brescia da ogni parte d'Italia e del mondo grazie allo scouting degli osservatori.
Qualche ragazzo è diventato un campione, tutti sono diventati uomini grazie alla cura di Natalia De Poli (responsabile del centro che d'ora in poi continuerà a vivere come agriturismo), dei cuochi e del personale che ogni giorno ha lavorato con passione.
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