A Ostrava l'ultimo saluto a Pavel Srnicek
A Ostrava, in Repubblica Ceca, in questi giorni fa piuttosto freddo. Le strade sono imbiancate e gelate, il vento ti entra nelle ossa. E ieri, lunedì, era gelido quello che spirava sul grande, ed elegante, cimitero dov’è stato seppellito Pavel Srnicek, l’ex portiere del Brescia deceduto a soli 47 anni dopo essere entrato in coma a causa di un arresto cardiaco mentre stava facendo jogging.
Il figlio del boscaiolo, come lo chiamavano dalle sue parti, era preparatore dei portieri dell’Ostrava, squadra di serie A che era presente al gran completo al funerale di Pavel.
Nessun emissario del Brescia è invece riuscito ad organizzarsi per essere presente. Problemi logistici. La città è difficile da raggiungere (bisogna fare due o tre cambi di aereo) e i giorni di festa non hanno aiutato. Ma il club di via Bazoli sta pensando a come fare per rendere omaggio a un giocatore che, in due stagioni e mezza, ha indossato per 32 volte la casacca delle rondinelle. Alla prima occasione buona i dirigenti (probabilmente toccherà al team manager Edoardo Piovani, che con Srnicek ha lavorato) si recheranno ad Ostrava per fare visita al cimitero.
Da giorni il Brescia sta cercando anche di mettersi in contatto con la figlia di Pavel (c’è l’idea d’invitarla al Rigamonti), ma la ragazza non risponde al telefono dal 19 dicembre, il giorno prima dell’infarto che ha colpito il padre.
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