Zanotti, anche un caffé al bar ha il sapore della libertà

Il 59enne ostaggio per tre anni in Siria sta riprendendo contatto con una quotidianità che pensava di aver perduto per sempre
Sergio Zanotti con l'ex moglie Yolande in un locale per un caffé: tutto è cifra della ritrovata libertà - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Sergio Zanotti con l'ex moglie Yolande in un locale per un caffé: tutto è cifra della ritrovata libertà - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Bere un caffé con gli amici al bar. Tornare a passeggiare, a fare qualche commissione. Disporre di un telefono con cui comunicare. Cose che a tutti paiono scontate, ma che per Sergio Zanotti, dopo tre anni di prigionia nelle mani di sequestratori in Siria, sono i segni tangibili della riconquistata libertà, accanto ovviamente alla possibilità di riabbracciare i familiari.

Ore comunque complesse, delicate, quelle che il 59enne imprenditore sebino sta vivendo dopo anni di paura e a pochi giorni dalla sua liberazione, avvenuta giovedì. Zanotti, accompagnato dalla ex moglie e madre delle sue tre figlie Yolande, che ha da sempre tenuto i contatti con la Farnesina nei tre anni interminabili del sequestro, è stato in mattinata a Marone, poi nell'hinterland per alcune commissioni.

Un lento ritorno ad una quotidianità che ha con ogni probabilità il sapore della riacquistata libertà. Quella che non può che garantire felicità a chi, come lui stesso ha raccontato, pensava che non sarebbe più tornato.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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