Vittorio Sgarbi show sul lungolago. «Christo? Artista modesto»

Premio Romanino a Vittorio Sgarbi. Il critico a Pisogne per la consegna e per una lectio magistralis. Ma sul lungolago...
  • Pisogne, Sgarbi «posa» accanto alla formella che lo ritrae sul lungolago
    Pisogne, Sgarbi «posa» accanto alla formella che lo ritrae sul lungolago
  • Pisogne, Sgarbi «posa» accanto alla formella che lo ritrae sul lungolago
    Pisogne, Sgarbi «posa» accanto alla formella che lo ritrae sul lungolago
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    Pisogne, Sgarbi «posa» accanto alla formella che lo ritrae sul lungolago
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Vittorio Sgarbi è stato mattatore assoluto della serata di ieri a Pisogne, dove è stato invitato per la consegna del premio Romanino. Certo non sono mancate le sorprese e le frecciate. La serata sul Sebino per il più imprevedibile dei critici d'arte ha preso avvio con una passeggiata sul lungolago.

Sgarbi non ha mancato di sdraiarsi, a mo' di opera d'arte vivente proprio accanto alla formella, opera dell'artista camuno Perry Bianchini, che lo ritrae, parte di una serie di ritratti dello stesso artista che immortalano gli ultimi tre personaggi insigniti del Premio Romanino: oltre a Sgarbi, Christo, l'ideatore di The Floating Piers, e il gallerista di origini pisognesi (e attuale presidente di Brescia Musei) Massimo Minini. Una novità voluta dall'amministrazione pisognese e denominata «A passo d'arte».

Quindi, Sgarbi come da tradizione, in qualità di premiato, ha tenuto una lectio magistralis in una affollatissima Chiesa di Santa Maria della Neve. Ovviamente sul Romanino, artista che il ferrarese ama da sempre.

Ma prima non è mancata la stoccata proprio a chi prima di lui ha ricevuto il premio nel 2016: Christo, cui si deve la passerella che ha portato sul lago un milione e mezzo di visitatori, è stato definito da Sgarbi «un modesto artista sia pur capace di far parlare di sé». Critiche che già lo scorso anno lo storico dell'arte non aveva lesinato all'artista bulgaro.

Quanto al suo amore per il Romanino, il critico d'arte ha rivelato essere sbocciato «quando ero ancora ragazzino, quando mio zio, negli Anni '60 era commissario agli esami a Iseo e mi portava a visitare proprio questa stessa chiesa di Santa Maria della Neve».

Infine, un invito e una frecciata a Bienno: «Ho visto - ha spiegato Sgarbi - opere del Romanino anche lì, e devo dire che meriterebbero un restauro».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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