Veicoli e rifiuti nel Sebino: denuncia contro ignoti

I resti di auto e gli scarti di gomma sono stati filmati dai carabinieri subacquei
Immersioni per documentare cosa si trova sui fondali del Sebino - Foto © www.giornaledibrescia.it
Immersioni per documentare cosa si trova sui fondali del Sebino - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Si chiude con una denuncia contro ignoti l’operazione che, negli ultimi quattro giorni, ha visto i carabinieri subacquei di Genova impegnati nel documentare (e filmare) una lunga serie di rifiuti ammassati sui fondali del lago d’Iseo. Una quarantina di carcasse di auto - modelli anni ’70 e ’80, dalla 127 alla 600, e pure un furgoncino - incagliate a Castro, località Grè, e un cumulo di scarti di lavorazione della gomma alto 40 metri in zona Tavernola: l’ipotesi di reato è quella di disastro ambientale.

Ieri i sub sono scesi per l’ennesima volta nella zona del Corno per prelevare e consegnare ai tecnici dell’Arpa - presenti in loco - campioni di acqua, fango e residui industriali prelevati a cinque, quindici e trenta metri di profondità. Sui campioni verranno effettuate analisi chimiche e batteriologiche, così come verrà verificata l’eventuale presenza di amianto.

I risultati saranno determinanti per capire le prossime mosse: intervenire per rimuovere i rifiuti o, in assenza di agenti fortemente inquinanti, lasciarli lì dove le acque del lago li hanno. Quel che è certo è che su alcuni residui industriali portati ieri in superficie dai sub - parliamo di scarti della lavorazione della gomma e la sponda bergamasca è nota per la presenza di numerose industrie del settore - è ben presente il marchio di fabbrica o, per essere più precisi, il nome dell’azienda produttrice. Ed era proprio uno degli obiettivi degli inquirenti: risalire a chi ha utilizzato il lago come pattumiera. Si parla di gesti commessi decenni e decenni fa. Tempi diversi, sensibilità diverse: non ci piove. Ma tant’è. 

«Ho chiesto un incontro al Ministero dell’Ambiente - dice il sindaco di Tavernola Joris Pezzotti -, la speranza è che lo Stato utilizzi parte dei fondi destinati alle bonifiche per rimuovere i residui industriali dal Sebino. Dal punto di vista logistico, essendo tutti concentrati in un canalone, non è difficile. Ma servono risorse. Chiederò una mano anche agli industriali del settore della gomma: sono disposti ad aiutarci per dimostrare che la sensibilità in questi anni è cambiata?».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia