Un’altra «rete fantasma» nel lago d’Iseo
È la ventesima rete fantasma recuperata dalle acque del lago d’Iseo grazie ai continui monitoraggi e ricerche effettuati dal gruppo subacqueo North central divers. L’operazione di recupero si è tenuta lo scorso 1 agosto in collaborazione con la Guardia costiera ausiliaria del Sebino e la Polizia Provinciale.
La rete era situata tra i venti e i quaranta metri di profondità, tra Tavernola e Gallinarga, e continuava a «pescare». «La rete si presentava incrostata, a testimonianza che era dispersa da diverso tempo, era piena di pesce putrefatto, insieme a qualche esemplare ancora vivo che abbiamo liberato. Come sempre, era una trappola infernale per i pesci e i crostacei del lago», dicono i sub del gruppo Ncd.
Le reti recuperate dall’operazione «Ghost diving» si sommano ogni anno ormai da cinque anni, tanto da spingere chi si adopera al loro recupero, spesso difficile e pericoloso, a una riflessione: «Le reti sono senza i sigilli della Provincia, pertanto abusive ed il loro utilizzo è vietato dalla legge. Chi le usa, a volte non è in grado di recuperarle - riferiscono i subacquei -. La rete che resta abbandonata sul fondo continua a fare il lavoro per la quale è stata creata, lo fa a ciclo continuo, per anni, senza fine. Ci si chiede, dopo cinque anni di attività, quali misure di prevenzione siano state messe in atto e perché nessuno noti mai questi pescatori di frodo mentre posano a lago centinaia di metri di rete».
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