Una crisi tra alleati dietro le dimissioni del sindaco a Rodengo

Luigi Caimi lascia dopo un solo anno: «Scelta personale». Ma i partiti rivelano contrasti con gli assessori
Luigi Caimi ha lasciato la poltrona di sindaco - © www.giornaledibrescia.it
Luigi Caimi ha lasciato la poltrona di sindaco - © www.giornaledibrescia.it
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Da Rodengo a Roma. Ieri ha tenuto banco il caso delle dimissioni del sindaco del paese franciacortino Luigi Caimi, eletto soltanto un anno fa, che ha lasciato «irrevocabilmente», come lui stesso ha voluto comunicare di persona anche al prefetto Attilio Visconti, incontrato 24 ore prima del protocollo. Le dimissioni spalancano le porte al secondo commissariamento di Rodengo nell’arco di due anni, dopo che anche il predecessore Giuseppe Andreoli nel luglio 2018 aveva lasciato l’incarico in anticipo rispetto alla scadenza naturale.

Quello di Caimi è un atto che fa rumore e che rischia di aprire una crepa nei rapporti locali interni al centrodestra ed in particolare tra Forza Italia e una parte di Fratelli d’Italia, compagini che hanno sostenuto la candidatura dell’ex preside della facoltà di Medicina a Brescia. Caimi prova a trincerarsi dietro a un primo commento che rispecchia in verità il desiderio di non polemizzare. «Decisione dettata da motivi personali» dice. Ci sarebbe altro però ed in particolare le tensioni con la sua Giunta. Lui non ammette, ma non smentisce nemmeno. «Sono stanco, vecchio e non ho voglia di discutere».

Nega qualsiasi attrito il vicesindaco Alexander Nisi, in quota Fratelli d’Italia, legato alla corrente di Daniela Santanchè. E poi ci sono i partiti con la questione che arriva fino in Senato dove siedono il coordinatore di Fratelli d’Italia Giampietro Maffoni e Adriano Paroli, primo sponsor di Caimi in Forza Italia. «Auspico ci possa essere un ripensamento» commenta Maffoni. Usa invece toni forti, ammettendo una crisi politica, l’ex primo cittadino di Brescia Adriano Paroli. «Da sindaco ha il potere e il dovere di rivedere la Giunta, di cambiare gli assessori e il programma per andare avanti».

Bordate arrivano pure da Mirco Guidetti, coordinatore di Fratelli d’Italia per la Franciacorta. «Troppo spesso - scrive in una nota - si prendono licenze illegittime dimenticando che il sindaco è eletto dalla popolazione quale primo cittadino ed è lo stesso sindaco a nominare gli assessori. Quando questi interrompono la collaborazione o ancor peggio ostacolano il sindaco, devono rimettere le proprie deleghe. Non è più accettabile rimanere sotto il ricatto di nessuno, via le mele marce» tuona Guidetti.

 

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