Un Tori giapponese nell’Orto botanico delle querce di Ome

La porta rosso fuoco orientale fungerà da ingresso alla «fontana della purificazione»
Il posizionamento della porta giapponese detta Tori - © www.giornaledibrescia.it
Il posizionamento della porta giapponese detta Tori - © www.giornaledibrescia.it
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Novità all’Orto delle querce di Ome. Nelle scorse settimane nello splendido spazio verde, posto nella zona sud del paese, è stato installato un Tori giapponese rosso fuoco (tradizionale portale d'accesso giapponese che conduce ad un’area di grande spiritualità), che fungerà da porta per la «Fontana della purificazione», posata anch’essa nei giorni scorsi. Prende forma dunque lo splendido progetto del «Giardino giapponese», avviato con la messa a dimora dei ciliegi da fiore.

«Si tratta di uno spazio che richiamerà alla meditazione, alla spiritualità e alla bellezza della contemplazione – spiegano dall’Associazione orti botanici di Ome, nata recentemente per supportare il grande lavoro del Comune e soprattutto del curatore Antonio De Matola in quelle aree -. Entrambe le installazioni sono il frutto di donazioni private, e ringraziamo quindi di cuore queste persone che hanno scelto di celebrare qualcosa di importante nella loro vita collegandolo ad un gesto simbolico che rimarrà nel tempo e potrà essere condiviso da tutti noi».

Queste donazioni, e il grande lavoro dei volontari che operano negli orti del piccolo Comune franciacortino, hanno reso (e renderanno) sempre più bella quest’area dedicata in particolare alle querce. Un orto botanico, ricordiamolo, inaugurato a sud del paese (in via Fonte, dove si trova anche il Borgo del Maglio) 7 anni fa e che si è andato ad aggiungere all’ormai storico Orto botanico delle conifere coltivate posto nella Valle del Fus, a nord di Ome, dove si possono contare più di 80 specie tra le famiglie di conifere presenti (senza dimenticare lo splendido giardino americano). Il fine di tutto questo impegno va ricercato nella mission degli orti botanici di Ome: Ricerca e protezione di specie rare per arricchire un patrimonio arboreo da tramandare alle generazioni future.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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