Un fiume in piena di piume e note: ecco i bersaglieri

Nel corso della giornata il sorvolo della pattuglia aerea “Blu Voltige” che ha tracciato nel cielo scie tricolori, oltre a undici fanfare.
  • I Bersaglieri a Rovato
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Rovato abbraccia i bersaglieri, ricambiata dalle migliaia di fanti piumati arrivati ieri nella capitale della Franciacorta per il raduno cremisi di tutto il Nord Italia. Un fiume in piena di persone e di note, quelle dei cinquecento ottoni delle fanfare che sia sabato che domenica hanno attraversato tutta la cittadina. Rovato si è svegliata alle 8, con il  suono delle fanfare.

Ne è seguito ammassamento al Foro Boario, alzabandiera e, alle 10,30, aperta dalla fanfara militare e picchetto dell’11esimo reggimento bersaglieri, il via alla sfilata di labari e sezioni per le vie di Rovato. Per completare le emozioni, il sorvolo della pattuglia aerea “Blu Voltige” con motoalianti “Fournier” che ha tracciato nel cielo scie tricolori, oltre a undici fanfare, fra cui la  ciclomontata di Roccafranca, e gli automezzi militari d’epoca.

Per il raduno in Franciacorta sono arrivati il generale di divisione, Giuseppenicola Tota, il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi e i vertici dell'associazione bersaglieri: il presidente nazionale Marcello Cataldi, quello interregionale Camillo Fereoni, il provinciale Domenico Piovani e i rovatesi Tarcisio Ramera e Giampaolo Massetti. Con loro, tra due ali di folla, migliaia di fanti piumati in movimento tra piazza Garibaldi e il monumento al bersagliere, nelle piazzale delle scuole medie. A tratti sfilando, altri invece a passo di corsa, come vuole la tradizione del corpo, fondato nel 1836: 180 anni, così come sono 180 i passi al minuto da compiere. Numerosi i richiami anche al centenario della Prima Guerra Mondiale, con i bersaglieri a pagare un tributo altissimo: 32mila morti e 50mila feriti, tanto da far scrivere a Ernest Hemingway, nel suo celebre “Addio alle armi”, la celebre frase dedicata ai fanti piumati, “uomini che andavano all’attacco come diavoli”.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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