Uccide in Grecia e rapisce il figlio: si cerca anche sul Sebino

Dopo l'omicidio della moglie un 34enne albanese è fuggito portando con sè il bimbo di 4 anni
AA

Potrebbe trovarsi sul lago d’Iseo. Oppure in Franciacorta. Con il figlioletto di quattro anni e mezzo che ha rapito dopo aver ucciso a sangue freddo la ex moglie in Grecia. James Lesi, 34enne albanese, è un soggetto molto pericoloso: il 6 gennaio in una piccola cittadina a 90 chilometri da Salonicco, Ormylia Calcidica, ha tolto la vita alla donna davanti agli occhi dell’altro figlio della coppia, di soli sei anni. Quindi ha preso con sè il piccolo Foivos ed è scappato. Da allora, nonostante la caccia all’uomo della Polizia greca, si sono perse le sue tracce.

Di certo si sa che nell’agosto dello scorso anno, dopo aver divorziato, Lesi era venuto nel nostro Paese. Potrebbe quindi esserci tornato insieme al bambino e per questo è fondamentale capire esattamente dove sia stato.
La vicenda ha attirato l’attenzione di numerosi media e in Italia, dopo l’appello di nonni e zii si è interessata anche la trasmissione tivù «Chi l’ha visto?»: alcune foto mostrate da Federica Sciarelli suggeriscono l’ipotesi che padre e bambino possano essere nel Bresciano. In particolare, in un’istantanea postata dallo stesso omicida su Facebook nel mese di agosto, attirano l’attenzione la pavimentazione in porfido, il corrimano bianco e azzurro e il lago sullo sfondo. Potrebbe essere stata scattata a Monte Isola, a Sulzano, oppure a Iseo, è stato osservato. In un’altra foto postata dal Lesi appare invece un torchio tipico delle zone vinicole italiane, come la Franciacorta. Il sospetto dunque è che il 34enne possa essere già stato nella nostra provincia e che ora vi abbia fatto ritorno insieme al piccolo Foivos.

Il bimbo, leggiamo sul sito di «Chi l’ha visto?», è alto circa un metro, è moro e ha i capelli castani. È appassionato di calcio e di Taekwondo, tanto che in Grecia aveva iniziato a prendere qualche lezione.
Il 34enne invece è alto poco più di 1 metro e 70 e pesa un’ottantina di chili.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia