Tra i boschi di Pisogne, la scuola abbandonata diventa un glamping

Una coppia di imprenditori belgi ha deciso di acquistare lo stabile a Grignaghe per farne un campeggio di lusso
La frazione di Grignaghe, tra i boschi di Pisogne - © www.giornaledibrescia.it
La frazione di Grignaghe, tra i boschi di Pisogne - © www.giornaledibrescia.it
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Da piccola scuola tra le montagne a lussuosa magione, dove turisti stressati dalla frenesia dei tempi moderni proveranno a ricaricarsi. Le elementari di Grignaghe, minuscola frazione adagiata tra i boschi di Pisogne, chiuse da oltre trent’anni, sono state vendute per 100mila euro a una coppia di imprenditori belgi, che hanno l’intenzione di trasformarle in una struttura ricettiva. Diventeranno un glamping, ovvero un’attività di ospitalità turistica a metà tra il campeggio il resort di alta gamma (il termine deriva dall’unione tra glamour e camping).

La scelta

I due imprenditori sono capitati a Pisogne quasi per caso, si sono innamorati tanto del lago quanto delle montagne e sono rimasti affascinati dai nuovi progetti turistici in quota, in particolare dalla creazione del parco archeominerario. Da qui la decisione di partecipare all’asta pubblica del Comune e di investire sulla struttura e sull’area circostante, grande circa 1.600 metri quadrati.

L'edificio della ex scuola, comprato dagli imprenditori belgi - © www.giornaledibrescia.it
L'edificio della ex scuola, comprato dagli imprenditori belgi - © www.giornaledibrescia.it

L’immobile, abbandonato da decenni, è completamente da ristrutturare, ma la bellezza della natura, la tranquillità del luogo, il contesto e la vista sono invidiabili. Proprio da questo si sono lasciati affascinare i due belgi, che trasferiranno la residenza in Italia, immaginando di far vivere esperienze nel verde, staccandosi completamente dalla routine quotidiana, ai loro futuri ospiti.

Per l’Amministrazione pisognese è una fortuna essersi imbattuta in imprenditori disposti a investire risorse e idee. Il Municipio voleva vendere l’edificio da anni, ma le speranze di riuscire a cederlo erano al lumicino. «Siamo soddisfatti - commenta il sindaco Federico Laini - perché quando sono venuti qui nei mesi scorsi abbiamo presentato loro alcune progettualità in essere, tra cui il parco archeominerario, e si sono appassionati, credo che la scelta dipenda anche da questo. Inoltre essere riusciti a dismettere questo patrimonio ci toglie un onere non da poco, rivalorizzando in più una frazione di montagna».

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