The Floating Piers, «opera inutile per andare da nessuna parte»
Ha risposto a tutte le domande che gli sono state poste, ma ha messo subito le mani avanti: non parlo di religione e di politica.
Di più. Siccome - ha detto - «tutta l'arte contemporanea è propaganda» e, per essere cresciuto nella Bulgaria comunista, si è detto «allergico alla propaganda», non ha parlato neppure di altri artisti.
Solo di arte, che è «bellezza e gioia». Così Christo, a poche ore dalla chiusura di The Floating Piers, è stato accolto da applausi a Milano alla seconda conferenza generale dell'organizzazione internazionale dei musei. E ha detto che neppure lui si era immaginato che così tanta gente avrebbe partecipato al suo progetto - ha ripetuto «inutile, irrazionale, irresponsabile, non giustificabile».
Ed «è questo il motivo per cui i progetti non possono rimanere. Sono espressione di libertà totale, nessuno può comprarli o possederli».
Mentre sul lago d'Iseo la passerella viene smontata pezzo per pezzo, il suo creatore - che aveva invitato tutti a dare un'interpretazione all'opera - ha fornito la propria, forse per la prima volta.
«Non ero sicuro che la gente avrebbe voluto camminarci. Ma ci sono stati 1 milione e 200 mila visitatori che hanno camminato per andare da nessuna parte. Non per andare al centro commerciale, non per trovare amici. Camminavano davvero per andare da nessuna parte, perché il progetto era interamente sotto i loro piedi. Si sono tolti le scarpe, e non c'era niente attorno a loro, solo l'acqua e la superficie che mimava i movimenti dell'acqua».
In ogni caso, ha aggiunto Christo, il lago d'Iseo «è il set più spettacolare in cui ho lavorato».
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