The Floating Piers è il regno del selfie
Il selfie di Ellene Degeneres circondata da divi e dive di Hollywood agli Oscar 2014, il selfie di Totti dopo il gol all’Olimpico, il selfie con Papa Francesco, il selfie di e con il premier Renzi, il selfie di e con Obama, il selfie dell’astronauta in missione nello spazio per la Nasa, il selfie sulla Brebemi appena aperta (tanto che la società poi manda un comunicato per dire «Non fatevi i selfie in autostrada»), il selfie senza stick, il selfie con lo stick.
Naturalmente, il selfie su The Floating Piers.
Sono anni che l’autoscatto social è diventato un’abitudine in ogni situazione, da quelle straordinarie a quelle più normali, che si tratti di vip o di persone comuni.
La tentazione è sempre forte: lasciare una traccia, mandare un ciaone, conservare un ricordo. Guardarsi ed essere guardati, entrare nello schermo che si fissa per buona parte della giornata per fissarsi all’interno del paesaggio.
Realtà, rappresentazione della realtà, rappresentazione di sé (sorridente/cool), Inception: come nel film di Christopher Nolan i livelli si accumulano e si sovrappongono e non se ne esce.
Nel caso dell'opera di Christo, il fenomeno ha raggiunto livelli di concentrazione incredibili. Alla fine saranno un milione e mezzo i visitatori? Si possono stimare migliaia di selfie e in fondo le condizioni ci sono tutte: evento ultrapop; scenario (bello e) irripetibile; voglia di dire «ci sono stato». Il paragone con Expo, spuntato fuori molte volte nel caso di The Floating Piers, vale anche per il selfie. Solo che qui, invece di 6 mesi (e 21 milioni di visitatori) ci sono solo due settimane. Prendere o lasciare, scattare senza pensarci troppo.
Speculazione eccessiva per un gesto di semplice narcisismo? Forse. Ma dato che l’opera che attraversa le acque del lago d’Iseo tra Sulzano, Montisola e l’isola di San Paolo viene comunemente chiamata passerella (la traduzione esatta di piers è pontili, ma passerella rende meglio) eccoci sfilare tutti assieme per regalare ai social (foto profili o post che siano) e alle chat un saluto soddisfatto.
Se non lo fai, vedi comunque gli altri che lo fanno e magari finisci pure nello sfondo. Se lo fai, sei sufficientemente mimetizzato per non sentirti a disagio. The Floating Piers resterà per sempre in rete anche grazie alla mappatura fatta da Google Maps, ma ci avevano comunque pensato prima i tanti piccoli autoscatti sparpagliati tra le connessioni internet. È il regno del selfie, in cui ciascuno è sovrano del proprio riquadro: clic, #thefloatingpiers, cuoricino, eccetera.
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