Tentativo di sfratto, tensioni e disagi nel cuore di Lodetto a Rovato
Mattinata di tensione in frazione Lodetto di Rovato per un possibile sfratto relativo a un appartamento in cui vive una famiglia di nazionalità marocchina.
In via Milano, 12/c sono arrivati i carabinieri e un reparto della Guardia di Finanza, a seguito dell’ordinanza di sfratto disposta dal Tribunale di Brescia nei confronti di una famiglia composta da quattro persone: madre, figlia di nove anni, suocera e cognato. Sul posto, oltre alla famiglia, all’ufficiale giudiziario e ai militari, c’erano anche gli attivisti dell’associazione Diritti per Tutti.
Dopo alcune ore abbastanza concitate, è stato concordato - vista la presenza in casa della bambina - un rinvio dell’esecuzione dello sfratto, posticipato al 21 febbraio. La mamma della minore, attualmente, lavora in una pizzeria di Rovato. Lo stipendio è però troppo basso per riuscire a coprire gli arretrati.
Ora stanno pagando il canone, dopo diversi mesi di difficoltà: un parente si è detto disponibile ad aiutarli a pagare il debito pregresso, 5mila euro, ma il proprietario ha chiesto di tornare in possesso dell’immobile, ottenendo l’ok del Tribunale. I tre mesi di rinvio dovrebbero servire a trovare un’alternativa abitativa alla famiglia, anche se non pare un’impresa facile.
«Da tempo - spiegano gli attivisti di Diritti per Tutti - si susseguono forti tensioni sociali e di ordine pubblico per la mancanza di quell’ambito di trattativa che era attivo in Prefettura da 11 anni, fino alle scelte dell’attuale prefetta: si tratta - dice Umberto Gobbi - del tavolo sfratti. I casi più delicati e complessi venivano trattati ed esaminati, anche più volte, fino a trovare una soluzione. La decisione di abolirlo è foriera di gravi problematiche sociali e di ordine pubblico». Per ora, la situazione rovatese - monitorata anche dai Servizi sociali dell’Amministrazione comunale - è rientrata. Se ne riparla, dunque, subito dopo Carnevale.
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