Tartarughe sudamericane e gamberi rossi: è invasione

Gli animali non autoctoni spesso abbandonati proliferano nelle acque e sono una minaccia
In crescita. Le tartarughe abbandonate si adattano e proliferano
In crescita. Le tartarughe abbandonate si adattano e proliferano
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Attenzione ad abbandonare le tartarughe d’acqua. Non è solo un problema di sensibilità nei confronti degli animali. Le forze dell’ordine saranno costrette a un’attenzione selettiva, in queste settimane e nei prossimi mesi, per evitare che gli abbandoni possano aumentare, anche a fronte del decreto europeo, entrato in vigore il 14 febbraio di quest’anno, adottato, invece, con il fine di evitare il dilagare di specie non autoctone nell’ambiente.

I rischi. Perché si teme un aumento degli abbandoni? Il decreto impone non solo il blocco del commercio di queste specie - accanto a tante altre esotiche -, ma la denuncia della presenza degli esemplari allevati nelle nostre case. Il timore è che molti si disfino delle bestiole casalinghe per evitare pratiche burocratiche o che, in futuro, la mancata denunzia provochi dei problemi di detenzione di animali proibiti.

A Gussago le tartarughe d’acqua e i gamberi rossi sono cresciuti notevolmente nei corsi d’acqua. A fare il punto della situazione è Alfredo Boroni, presidente della Federcaccia gussaghese e membro del Gruppo sentieri. «I grossi, rossi gamberi della Louisiana hanno invaso quasi tutti i corsi d’acqua del comune di Gussago. Purtroppo sono molto invadenti e sicuramente scacciano il nostro molto più timido gambero di acqua dolce che è quasi scomparso e che si può trovare solo a ridosso di qualche sorgente pedecollinare. Le tartarughe sudamericane o brasiliane sono carnivore, le nostre europee sono erbivore. Nel fosso del "làander" in via Stagnoli sono presenti in gran quantità tartarughe esotiche, anche nella vasca del Batoccolo, una vasca artificiale creata per la raccolta dell’acqua da usare per scopi agricoli ed alimentata da una sorgente pedecollinare. Sono molto dannose per la nostra microfauna palustre».

Basandosi sui dati delle importazioni, si calcola che, nelle case dei lombardi, siano circa 70mila le tartarughe sudamericane tenute negli acquari, mentre è incalcolabile il numero delle ex tartarughine, scaricate nell’ambiente e divenuti grossi esemplari.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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