Tagliati 30 alberi intorno alle Torbiere, Legambiente insorge

Il presidente della Riserva Bosio: «Presto le piantumazioni» ma gli ambientalisti puntano il dito anche sulle Lamette
TORBIERE, NO AL TAGLIO DEGLI ALBERI
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Il taglio di una trentina di grossi alberi sul perimetro nord della Riserva delle Torbiere ha mandato su tutte le furie Legambiente e gli ambientalisti sebini e franciacortini. Il fatto, unito al persistere di un vero e proprio immondezzaio nelle Lamette, e alla sostituzione del direttore della Riserva, ha spinto il sodalizio ambientalista a chiedere le dimissioni del presidente dell’ente Gian Battista Bosio.

I lavori di taglio, è innegabile, fanno una certa impressione perché a cadere sotto i denti delle motoseghe sono stati anche salici di grosse dimensioni e all’apparenza sani.

Quello contro cui il rappresentante del circolo Legambiente Franciacorta Silvio Parzanini punta il dito, e a cui nelle ultime ore ha risposto il presidente Bosio, non è però un taglio indiscriminato ma la prima parte di un progetto da 30.000 euro, finanziato dalla Provincia di Brescia e coordinato dal Consorzio forestale del Sebino, che prevede il rifacimento della lunga barriera naturale che separa l’area umida dalla rumorosa e trafficatissima provinciale XI Iseo-Rovato.

Come spiegato dal presidente Bosio «l’intervento ha l’obiettivo di sostituire gli arbusti ad alto fusto meno stabili con una fila di arbusti bassi e più fitti, come il corniolo e il sanguinello, che proteggeranno meglio l’area. Tra quanto tagliato fino ad ora ci sono una ventina di olmi secchi o ammalati, una decina di salici con rami spezzati dalle ultime tempeste, e due-tre platani. Il lavoro, iniziato ai primi di dicembre, durerà fino a fine gennaio e si concluderà con le nuove piantumazioni». Per il presidente di Legambiente Franciacorta Silvio Parzanini invece «quella in corso è una distruzione che doveva essere evitata di alberi anche secolari. Se davvero rischiavano di provocare problemi bastava abbassarli. Chiederemo l’intervento della Soprintendenza».

Le altre sollecitazioni ambientaliste riguardano «l’enormità di plastica alle Lamette» e la sostituzione del direttore Ivan Bonfanti con Nicola Della Torre.

Sui due temi la Riserva ha precisato che per le Lamette «sono stati già stanziati 50.000 euro in un progetto di 140.000 redatto dall’Autorità di bacino, per lavori da svolgere in autunno dopo le nidificazioni, mentre la sostituzione del direttore è dovuta alla necessità di avere un dirigente a tempo pieno e non più solo part time».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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