Svetta il campanile di San Marco, ma è fatto di lattine

Da trent'anni Avis e Aido realizzano monumenti con materiale riciclato a sostegno dell’ambiente
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Trent’anni vissuti con una passione ed un entusiasmo contagiosi. Era il 17 ottobre 1987 quando per la prima volta al mondo, a Coccaglio, veniva inaugurata una costruzione gigantesca interamente costituita da un milione di lattine riutilizzate.

Da quel giorno sono trascorsi momenti intensi, opera dapprima della coppia Avis-Aido poi confluiti nel gruppo sportivo «Vita per la vita» che negli anni ha raggiunto obiettivi inimmaginabili: marce della solidarietà in tutti i continenti, costruzioni maestose con oggetti riusati, visite con le più alte autorità civili e religiose del mondo, la costruzione della Casa della solidarietà accanto al Parco Zerbetto di Coccaglio.

Proprio in questa sede si è tenuta nei giorni scorsi la cerimonia che ha festeggiato il trentennale di un’intuizione che si è rivelata antesignana di quel movimento ecologista che si è poi sviluppato negli ultimi anni fino a diventare preponderante nella coscienza civile. Quel progetto, chiamato «Salva l’ambiente, salva la vita» si è rivelato essere così straordinariamente avanguardistico.

I traguardi raggiunti negli ultimi trent’anni sembrano però non scalfire l’entusiasmo dei volontari coccagliesi che hanno realizzato nuove costruzioni con le lattine, osservabili in via Marcolini fino ad ottobre: il Campanile di San Marco, un cuore rosso e battente, l’Albero della Vita.

L’obiettivo è sempre lo stesso: sensibilizzare le persone su temi di grande interesse sociale come la tutela dell’ambiente, la donazione degli organi e del sangue.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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