Sulla Vello-Toline ciclisti e pedoni non vanno molto d'accordo
«Alcuni ciclisti trasformano la Vello-Toline in una pista. Come è possibile portare i bambini in bicicletta o a piedi, senza rischiare che vengano travolti?».
L’osservazione e la domanda di una nostra lettrice, che una domenica di inizio mese ha trascorso qualche ora con il marito sulla Vello-Toline, sono comuni a molti frequentatori della litoranea a lago, persone che da anni si confrontano con un problema che non trova soluzione: la difficoltà di convivenza tra chi sulla panoramica ci va per svago e chi vi transita in bicicletta a tutta velocità perché, magari, si sta allenando. La Vello-Toline però pista di allenamento non lo è, e secondo una circolare della Presidenza del Consiglio dei ministri del 1993 è una zona in cui il limite di velocità per tutte le biciclette è fissato a 10 chilometri orari.
La situazione
Quest’anno, a peggiorare le cose ci si sono messi i lavori eseguiti da Enel, che in inverno ha interrato i cavi della tratta. Gli scavi hanno comportato la cancellazione della segnaletica pensata dalla Comunità montana del Sebino Bresciano e dai Comini di Marone e Pisogne per dividere la strada in due corsie e «separare» pedoni e ciclisti. «Negli anni scorsi il provvedimento aveva avuto i suoi effetti - racconta il presidente dell’ente sovraccomunale Marco Ghitti -. Con la definizione degli ambiti di passaggio si erano riscontrati miglioramenti nell’armonia tra i frequentatori della ciclo-pedonale. Oggi, con la segnaletica rovinata dai lavori, il problema si è riacuito. Però contiamo abbia le settimane contate».
«In autunno infatti - ricorda il sindaco di Pisogne, Federico Laini - Enel si è impegnata a rimettere a nuovo la strada, riasfaltandola. E con l’asfalto tornerà la segnaletica orizzontale a delimitare le due corsie».
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