Sperimentazione del cementificio, Comuni in allarme
Doccia gelata per il Sebino. Dai tecnici della Provincia di Bergamo è arrivato il primo sì ad un programma di monitoraggio per l’utilizzo del Css (Combustibile solido secondario) nel cementificio di Tavernola Bergamasca. In soldoni, significa che l’impianto potrà provare ad utilizzare (anche) combustibili alternativi, derivati dal trattamento di rifiuti solidi non pericolosi, per alimentare i suoi forni. Sperimentazione.
Esattamente quello che l’azienda proprietaria del cementificio, la CementirSacci, chiedeva da mesi. Attenzione, però: si tratta di un nullaosta alla sperimentazione, non di un via libera assoluto. «Sulla base dei documenti esaminati - scrive il settore Ambiente della Provincia orobica nella nota inviata al Comune di Tavernola - la Provincia ha concluso che non siano da attendersi effetti di aggravio dell’impatto ambientale dell’impianto».
Con una postilla fondamentale, però: «L’utilizzo del Css deve essere avviato effettuando una contestuale campagna di monitoraggio. Al termine di tale fase di verifica gli enti valuteranno le risultanze dei rilievi». Cosa cambia dunque? Che l’impianto lacustre potrà utilizzare, oltre a pet-coke (cioè il residuo della raffinazione del petrolio sino ad oggi utilizzato come unico combustibile), i famosi combustibili solidi secondari - assai meno costosi di quelli tradizionali- per una prima fase di test che durerà cinque mesi.
«Non è che prima il cementificio venisse alimentato col borotalco - spiega il vicesindaco di Tavernola, Joris Pezzotti -. Ma sui Css gli esperti sono fortemente divisi e scettici. Un’ampia fetta di comunità scientifica sostiene infatti che questi prodotti disperdano nell’aria metalli inquinanti. Ecco perché l’intera comunità del lago si è appellata a tutte le istituzioni per evitare questa operazione». I contrari. Sia i Comuni della sponda bergamasca sia quelli della riva bresciana hanno infatti sposato da tempo la causa dell’Amministrazione di Tavernola sostenendo con forza - a suon di delibere - la necessità di osteggiare l’utilizzo di combustibili alternativi.
«È una partita che va giocata in squadra da tutto il Sebino - dice ancora Pezzotti -. Il cementificio è in riva all’acqua e il rischio di un eventuale inquinamento ambientale coinvolge tutto il lago. Il nullaosta concesso dalla Provincia è incompatibile con le scelte di un intero territorio che ha deciso di puntare tutto sul turismo». Il Consiglio provinciale di Bergamo ha ieri approvato una mozione per chiedere al Governo che sia vietata la possibilità di bruciare combustibili alternativi in aree di pregio ambientale, come il lago.
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