Spaccio, botte, minacce e un’arma: due fratelli in cella e ora in aula
Uno accanto all’altro. Hanno ascoltato la ricostruzione di chi li accusa. E che dal banco dei testimoni è arrivato a dire: «Mi hanno rovinato. Quando questi usciranno dal carcere qualcosa succederà. Ho paura per i miei figli».
La vittima
A parlare è stata la presunta vittima dei fratelli Fabio e Maurizio Scarpello, 36 e 31 anni, entrambi in misura cautelare tra carcere e domiciliari con le accuse di spaccio, estorsione, lesioni e pure detenzione di una pistola clandestina. Gestori di bar che, secondo le indagini, spacciavano cocaina tra Gussago e Rodengo. Vengono arrestati dopo la denuncia della moglie di un operaio con il vizio della cocaina. «Stanca di subire minacce e dopo aver visto arrivare a casa mio marito pieno di lividi ho deciso che la misura era colma» ha raccontato in aula la donna.
«Avrò dato loro quasi 20mila euro per la droga negli anni» sono state invece le ammissioni del marito che tra il 2019 e il 2021 ha vissuto una vita borderline segnata da droga e mancati ritorni a casa la notte. E che ad un certo punto accumula un debito con i due fratelli di Gussago. «Ero fuori di qualche migliaia di euro e una sera in pieno lockdown uno dei due mi insegue in auto mentre sto andando al lavoro per il turno di notte. Mi taglia la strada e mi costringe a fermarmi poi mi tira giù dall’auto e chiama suo fratello. Quando arriva mi colpiscono con calci e pugni e mi lasciano in mezzo alla strada» ha testimoniato a processo la presunta vittima che conosce da tempo quelli che sono i suoi spacciatori e che si trasformeranno nel suo incubo.
Le minacce
Non sarebbe l’unica vittima. I due fratelli sono accusati anche per altri episodi violenti sempre messi in atto per rientrare dalle cessioni di droga. Violenza e minacce, dicono gli atti di inchiesta. Da «ti sparo» a «ti mando gli albanesi», fino a «ti sotterro e non ti trovano più» sarebbero arrivati a promettere a chi comprava cocaina ma non riusciva a pagare.
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